L'enologo Marco ParisiFeudi del Pisciotto nasce in Sicilia dalla volontà di Paolo Panerai, giornalista, editore e imprenditore del vino che ha voluto investire in questo settore in Toscana ma anche nell'isola, creando, in un antico feudo del '700 con palmento dell'epoca, circa 50 ettari situati a Niscemi (RG), con una cantina con wine relais e ristorante, incastonate nello straordinario territorio della Val di Noto regno della DOCG Cerasuolo di Vittoria, completato dagli 1,5 ettari situati a Porto Palo, nel territorio di Menfi (AG), con la vigna di Gurra di Mare. Da Feudi del Pisciotto vige la precisione e l'attenzione, come vedremo più avanti non solo in cantina grazie all'enologo Marco Parisi, ad esempio l'uva da vendemmiare si raccoglie solo a mano. Inoltre l'azienda è partner di una ricerca scientifica ideata da Assovini sull'uso delle anfore per affinare il vino e alcune sue etichette sono state ideate con noti stilisti che le hanno poi firmate, iniziativa benefica che destina una parte del ricavato a opere a sfondo sociale.
L'antico palmentoMarco Parisi, enologo dell'azienda ormai da otto anni, ha impresso il suo marchio di fabbrica, palermitano, da adolescente, come tanti giovanissimi della sua età, è rimasto folgorato dalle avventure nello spazio, ma meno male che non ha avuto l'occasione di approfondire questa sua passione, in Sicilia ci siamo persi un astronauta, ma ci abbiamo guadagnato un bravo enologo. Galeotto fu comunque un suo viaggio in Galizia, terre di vino spagnolo che ha letteralmente reindirizzato il suo percorso universitario, deviandolo verso l'enologia, così come mi ha raccontato lo scorso 21 Settembre 2024 nel video qui di seguito allegato.
Gli chef Luca Assiso e Giuseppe BonaffiniCome già anticipato, il gruppo di Panerai però non ha curato solo la parte vitivinicola, ma anche l'ospitalità e soprattutto la ristorazione, affidando i piatti del Ristorante Il Palmento allo Chef Giuseppe Costantino, già ideatore e conduttore del Ristorante Terrazza Costantino di Sclafani Bagni (PA), che si è avvalso della collaborazione in cucina di Luca Assiso e Giuseppe Bonaffini.
Piatti che abbiamo avuto la possibilità si assaggiare grazie alla manifestazione Terroir Cerasuolo, durante un pranzo all'interno della cantina nel già citato ristorante, inoltre abbiamo avuto la fortuna di essere accompagnati da Marco Parisi, e chi meglio di lui che li ha "fatti" avrebbe potuto spiegarci i quei vini!
Antipasto
Antipasto La "Sfera di battuto di gambero rosso e mousse di stracciatella di vaccino in acqua di pomodoro e olio al basilico", ci ha subito messi sulla giusta strada: l'equilibrio ci ha accompagnati sempre e ha molto ben assolto al suo compito istituzionale di antipasto. Anche il vino ci ha convinto, un Davolarosa con le giuste note sapide e acidità controllata che ha completato diversi nostri bocconi. Uno spumante rosè metodo Charmat da Nero d'Avola con lunga permanenza in autoclave, in modo che possa sprigionare tutti i profumi e la frutta di uno dei migliori cru di Feudi del Pisciotto.
Primo piatto
Primo piatto A seguire, ecco il primo piatto costituito dai "Plin con farcia a base di condimento di pasta con le sarde, in guazzetto di acqua allo zafferano". Un'ottima scomposizione e riassemblamento del notissimo piatto della tradizione palermitana che ci ha più che convinti. I profumi e i sapori c'erano tutti, ma con delicatezza, le sarde/alici entravano in punta di piedi solo quando ce n'era bisogno. Insomma, un perfetto connubio con il vino selezionato , il Tirsat, un blend alla pari di Chardonnay e Viognier del 2022, prodotto con uve di un vigneto a bordo spiaggia in contrada Gurra di Mare, nel territorio di Menfi e dalla lunga permanenza sui lieviti.
Secondo piatto
Secondo piatto Come secondo abbiamo assaggiato il "Baccalà alla puttanesca con il relativo condimento e salsa di bietola". Il particolare condimento alla puttanesca che ha consentito l'abbinamento con il Cerasuolo di Vittoria 2022 grazie alla particolare struttura degli ingredienti del piatto ed all'opportuno abbassamento di temperatura di servizio del vino.
Prima del dessert è stato ritagliato uno spazio per una degustazioni fuori programma, si trattava di due annate di Pinot noir, del 2016 e del 2019, un cru della cantina di cui Marco Parisi è particolarmente orgoglioso, non a caso è il suo vitigno preferito. L'eleganza e l'equilibrio ha quindi dominato anche questa sosta, confermando la vocazione di quei territori non solo per i vitigni autoctoni ma anche per gli internazionali.
Dessert
Dessert Sorprendente per inventiva e realizzazione soprattutto il dessert, tallone d'Achille di tanti ristoranti a volte anche blasonati, infatti la "Tartelletta integrale con mousse allo yogurt gelato fiordi latte con salsa ai lamponi", si è difesa molto bene innalzando il livello di tutto il pranzo e concludendoli con stile. In abbinamento non poteva mancare il Passito Ferrè 2016, un tripudio di frutta secca e bucce di frutta candita, in costante equilibrio tra dolcezza e acidità, ma anche con qualche speziatura che ricordava la Botrytis Cinerea, cioè la muffa nobile, tanto comune nei Sauternes francesi, pur non essendosi sviluppata comunque la richiamava alla memoria. Una vendemmia tardiva composta dal 50% di Gewurztraminer e dal 50% di Sémillon, un blend e due vitigni unici per la Sicilia e dalle particolari caratteristiche aromatiche e di struttura, ideali per la produzione di un vino dolce, non a caso il Sémillon è la base dei già citati Sauternes. Un affinamento di 12 mesi di barrique e 6 mesi o più in bottiglia di solito completano questo vino, ma nel nostro caso nel vetro ci aveva trascorso ben 7 anni!
Al Ristorante Il Palmento, un menu degustazione di carne o pesce composto da 4 portate, più un aperitivo con 6 portate e un vino, costa 70 Euro, uguali portate ma in versione vegetariana invece viene venduto a 65 Euro, costi che denotano un ottimo rapporto qualità prezzo, considerando anche la location, il servizio e la possibilità di abbinare, aggiungendo altri 30 Euro, un calice di vino a portata.
I vini degustati
In conclusione, un pranzo all'insegna della precisione, nei piatti, tutti eseguiti dalla brigata di cucina con grande attenzione e con interessante inventiva, nonché sapiente connubio tra ingredienti, ma ovviamente anche nell'esecuzione dei vini e nel loro abbinamento, evidente frutto di ponderato studio, pertanto questa esperienza ci ha aperto nuovi orizzonti culinari, dimostrando che la perfezione tra cucina e cantina esiste e sorprende senza spendere cifre esagerate o doversi per forza rivolgersi a stelle e lustrini.
L'abbigliamento di Maurizio Artusi è a cura del Ricamificio La Nuvola di Palermo
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