Francesco Lauricella e Manila PersoglioCome estimatore dei Pas Dosé, da anni cercavo di immaginare come potesse essere uno spumante siciliano senza il cosiddetto "liqueur d'expedition", miscela di zuccheri ed altri ingredienti aggiunta dopo la sboccatura e quindi prima della commercializzazione, la cui formula viene tenuta segretissima da ogni cantina produttrice di metodo classico. Ebbene, inaspettatamente i miei desideri sono stati soddisfatti dalle Cantine Milazzo di Campobello di Licata in provincia di Agrigento, azienda già nota ai consumatori degli spumanti siciliani principalmente grazie al suo Federico II, ma anche per la vasta gamma delle sue etichette di bollicine.
Lo scorso 20 Dicembre 2012, presso Palazzo Sambuca a Palermo, ho avuto il piacere di assaggiare il nuovissimo d.zero, uno spumante Pas Dosé che permette di gustare i due vitigni utilizzati, al meglio delle loro caratteristiche. Il nuovo vino è ricco di particolarità, esso è prodotto in sole 2.000 bottiglie e scaturisce da un blend di inusuale Inzolia Rosa al 70% e di un restante 30% di Chardonnay, ovviamente in biologico; inoltre, grazie alla mancanza del "liqueur d'expedition", possiede un bassissimo contenuto zuccherino, ma soprattutto, grazie alla tradizionale cura aziendale profusa durante la produzione e la grande qualità delle uve, contiene bassissime quantità di solfiti.
Giuseppe Milazzo, titolare della cantinaGiuseppe Milazzo, titolare della cantina, mi ha raccontato che l'idea di produrre un Pas Dosé è scaturita dalla necessità di favorire un suo caro amico, portatore di patologia diabetica. L'esigenza di uno spumante con meno zuccheri possibile è stato quindi il motore che ha dato vita enologica al d.zero; inoltre, sempre seguendo la linea salutistica, è stato anche fatto un grande passo nella riduzione dei solfiti, conservanti per il vino che circa l' 1% della popolazione poco tollera. Infine, il piacevolissimo colore dello spumante, vuole rappresentare un omaggio delle Cantine Milazzo ad una categoria di vini, i rosati, che in passato, ma purtroppo ancora oggi, sono stati sviliti dai peregrini metodi di produzione. Il caratteristico colore andrebbe ottenuto tramite permanenza del mosto sulle bucce e non, come era prassi comune una volta, mischiando vini rossi e bianchi, privando così il rosato di qualsiasi personalità.
Lo spumante metodo classico rosè d.zeroIl d.zero all'assaggio, si è dimostrato sin da subito molto fresco e per niente complicato da bere, anche se, solo dopo qualche minuto, si comincia ad apprezzarne le numerose cangianti sfumature. Il primo impatto è sicuramente quello visivo, grazie a quel suo bel colore rosa confetto che gli dona una particolare eleganza poi, dopo aver aver ammirato l'infinito perlage, prevalgono le sensazioni olfattive con profumi di fragola, mela verde e frutta tropicale, infine, al palato, si riconfermano i profumi del naso con una persistenza della mela molto lunga e un'acidità ben presente, seppur non aggressiva.
Un vino che, con la sua nota leggermente acerba, denota grandi possibilità di affinamento ed evoluzione, da acquistare oggi ma da bere a tutto pasto per le festività natalizie del 2013, sicuramente con fritture e crostacei, ed il cui prezzo viene anche incontro alle tasche del consumatore, considerando che in enoteca sarà venduto a circa 22-25 euro.
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