La commissione al lavoro. (Pezzuol secondo da sinistra)Da tempo mi chiedevo chi potessero essere i partecipanti ad un corso di pizzaiolo, quali profili culturali e umani, nonché motivazioni, avessero i corsisti. Lo scorso 12 Febbraio 2014, presso la Pizzeria Alla Botte di Misilmeri (PA), sede della nuova scuola Don Robbie School Sicilia, ho avuto la possibilità di intervistare qualcuno di loro e di presenziare agli esami.
Le valutazioni si sono svolte con tranquillità, di fronte al direttivo siciliano della scuola composto da: Giuseppe D'Angelo, Vincenzo Mineo, Pietro Scarpinato, Daniele Vaccarella e Pino Vitrano, quest'ultimo anche padrone di casa, in qualità di titolare della pizzeria ospitante. Inoltre, le valutazioni sono state seguite attentamente da Robbie Pezzuol in persona, venuto da Rimini per l'occasione, dimostrando così grande attaccamento all'associazione e rispetto per la sua carica di presidente e per i soci del Pizza Team Don Robbie.
La mattinata si è aperta con i quiz, costituiti da numerose domande che però non hanno per niente impaurito gli esaminandi; poi è arrivato il momento della prova pratica, durante la quale ognuno ha preparato un suo elaborato da forno, quindi è stata la volta del colloquio con interrogazione e discussione della tesina presentata, si avete letto bene, da preparare c'era anche un elaborato scritto su un argomento nell'ambito della pizza.
I diplomati, in ordine di presentazione, sono stati i seguenti.
1) Domenico De Gregorio, che ha presentato una pizza con farina di Kamut. 2) Giuseppe D'Angelo (omonimo dell'istruttore) ha presentato una pizza con taglio soia, Russello e 00. 3) Rosario Ingrao ha presentato lo sfincione in alcune sue varianti. 4) Marco Maurogiovanni ha presentato una pizza tipica napoletana STG. 5) Rosario Terzo ha presentato una pizza senza glutine. 6) Antonio Genovese ha presentato un impasto classico con innesto di Russello maturato 48 ore. 7) Alessio Lo Galbo ha presentato il 6 cereali con innesto di tipo 1 e Russello
Inaspettatamente i profili dei corsisti erano molto variegati, ma mi ha stupito come la maggior parte di loro provenisse da esperienze lavorative e formazioni completamente diverse dall'ambito in questione. Certo, c'erano anche professionisti che frequentavano per migliorare le proprie conoscenze e migliorare gli impasti, grazie alle tecniche della maturazione, fulcro importante del programma della scuola, ma i neofiti erano la maggior parte.
I sette "neo-diplomati" in pizzaTra i sette ho quindi trovato dei disoccupati, che provenivano dal diploma di ragioniere fino ad arrivare alla guardia giurata, ma anche due pizzaioli che avevano deciso di cambiare vita! A tal proposito vorrei citarne due, ma solo perchè uno costituisce un caso emblematico e l'altro perchè l'ho intervistato più a lungo. Il primo di loro si chiama Rosario Terzo, un ragazzo che, sono convinto, ci farà vedere delle belle pizze e non solo per il suo profondo legame con gli ingredienti siciliani. Egli, nel giro di cinque mesi, è riuscito a diplomarsi pizzaiolo ma anche a cambiare l'approccio con la maturazione dell'impasto nel locale in provincia di Palermo dove attualmente lavora. In poche parole, Rosario ha dimostrato ai suoi titolari che la qualità paga, anche in zone insospettabili, guadagnandosi autorevolezza nel settore in cui opera. Spero di poter recensire presto questo locale, che è stato strappato all'oblio della pizza indigesta, preparata il pomeriggio per la sera, grazie anche ad un mio piccolo contributo, che evidentemente ha fatto riflettere pizzaiolo e titolari. Quando ho conosciuto Rosario, ho trovato un ragazzo che aveva, ed ha oggi ancor di più, delle grandi idee in testa, ma che a quel tempo era sprovvisto degli strumenti per poterle realizzare. Era come se un contadino avesse necessità di zappare un campo, ma non possedesse nessun tipo di vanga o aratro, rendendo impossibile qualsiasi tipo di semina. Oggi Rosario Terzo è dotato delle conoscenze sufficienti ad affrontare il "campo da arare" e potrà seminare ciò che vorrà, ovviamente senza mai tralasciare quell'umiltà che lo ha fino qui contraddistinto, perchè senza di essa egli si fermerà e non imparerà più dai suoi successi, ma soprattutto dai suoi immancabili errori... e di strada da percorrere ne ha ancora tanta.
L'altro corsista che ho avuto il piacere di conoscere durante gli esami è stato Rosario Ingrao. Più maturo di Terzo, anche di età, egli ha dimostrato una certa dimestichezza con gli impasti ed ha interpretato magistralmente la ricetta dello sfincione palermitano di Vincenzo Mineo, uno degli istruttori. Purtroppo però lo "perderemo" presto, poichè Rosario Ingrao vive da tempo in Libano, e lì tornerà per svolgere la professione di pizzaiolo in un locale di prossima apertura.
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