Le biofattorie sociali sono strumento di reinserimento, rieducazione e prospettiva di lavoro.
La Domenica mattina del 27 Giugno 2010, si è aperto l'incontro tra imprenditori agricoli e le associazioni di categoria sociale come l' AIES – l' ASP – AIAP – ACLI TERRA e molte altre ancora, facenti parte di una rete di biofattorie sociali siciliane.
La manifestazione si è tenuta presso l'azienda agribiologica Praino, sita in Macchia di Giarre, provincia di Catania, ai margini di un boschetto incontaminato e di un frutteto biologico; in effetti sembrava di essere in una riserva naturale, con annesso un torrente dal nome assolutamente inerente all'ambito agricolo, ossia "CACOCCIOLA" ovvero "carciofo" in dialetto siciliano.
L'oggetto dell'incontro è stato duplice: da un lato, verificare possibilità sempre più ampie di intensa collaborazione fra aziende agricole e associazioni sociali, per sviluppare forme di integrazione e riadattamento di gruppi sociali svantaggiati, che richiedono rieducazione e reinserimento sociale; dall'altro la promozione e la progettazione sempre più capillare dei prodotti biologici, ivi compresa l'intenzione di estendere sempre di più il biologico, in agricoltura e allevamento del bestiame.
Il ruolo sociale che può assumere il mondo agricolo è risultato essere incisivo, date le esperienze pregresse, e mi sento addirittura di ritenerlo esclusivo. Dal dibattito, è subito emerso che il mondo agricolo, non è solo produzione o allevamento, ma anche strumento di rieducazione, ed è questo aspetto che vorrei rimarcare, perché sfugge, quando non è addirittura inimmaginato. La ricchezza dei valori, il mantenimento ferreo delle tradizioni, nonché esperienze tramandate, il senso e il valore dell'aggregazione, energia spendibile nel significato della cooperazione e solidarietà, la bontà e la semplicità della gente di campagna al di là del quantum posseduto, risultano essere presupposti utili alla risoluzione o miglioramento di sindromi, nonchè il riadattamento a un'interazione di gruppo. Detti valori, sebbene rinnegati, abbandonati, finiti in uno stato latente della società, ritornano e si rivalutano, trovando ampio campo di applicazione per la cura e il recupero di chi non è normodotato o di chi risucchiato in un meccanismo sociale iperstimolante, si è perso e poi si è ritrovato, grazie a terapie mediche e sostegno tecnico specialistico; tuttavia ciò non è sufficiente, occorre scendere in campo, reintegrarsi con la natura, svolgere attività che sviluppino nuovamente senso di responsabilità, condivisione, cooperazione.
A tal proposito, il carissimo amico e sociologo Salvo Cacciola, Presidente Regionale AIES, ci ha illustrato vissuti che sembrano ai margini della realtà, ma che pure esistono.
Dunque è per questo che si intende rivolgersi al mondo agricolo: per un ripristino delle dinamiche di relazione e di integrazione sociale.
Come imprenditore agricolo mi sono sentita orgogliosa e molto motivata nell'avere riconosciuto, nell'ambito della mia attività, questo ruolo sociale importantissimo e diversificato da quella, che è l'attività prevalente della mia bioazienda (ricordo che io sono un produttore di arance cultivar Tarocco e olive cultivar Nocellara dell'Etna).
Il secondo oggetto all'ordine del giorno dell'incontro, era la promozione del biologico come sistema di produzione e quindi come prodotto ottenuto.
Con le associazioni di categoria agricole presenti, si è preso come riferimento la ormai nota manifestazione di "A FERA BIO", evento importante per tutti i produttori che vogliono promuovere i loro prodotti di agricoltura biologica e che si tiene in diversi capoluoghi di provincia della nostra isola (questo sito stesso mette a disposizione le date di tutti gli eventi nell'apposito calendario), ma anche dei mercati contadini sempre più presenti in diversi capoluogni di provincia almeno due volte al mese.
L'impegno verso il biologico è un dovere di ogni produttore/allevatore, che con la sua attività interviene molto a manipolare l'ambiente, stando a garanzia di un'ecosostenibilità, per la quale oggi c'è urgenza; ma traccia anche strade per un'educazione alla salute, trasversalmente facendo educazione alimentare, tenendo conto della ricaduta che hanno l'utilizzo dei fitofarmaci sulla salute dei consumatori, promuovendo il consumo di prodotti locali, tipici e genuini, che hanno anche ricaduta economica sulla tasca del consumatore dal momento che i costi di trasporto si riducono.
L'obiettivo è quello di educare ad essere dei buoni consumatori, consapevoli di cosa mangiamo e da dove provengono i prodotti che consumiamo, in termini di tracciabilità e rintracciabilità.
A tal proposito, ci tengo a puntualizzare, che l'Italia è fra i pochi paesi nel mondo che punta molto in questo ed esercita prevenzione, anche con controlli continui da parte delle autorità preposte; quindi il mio invito è di incrementare il consumo di frutta, verdure e carni a produzione nazionale se non locale, possibilmente provenienti da agricoltura biologica.
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