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Maurizio Artusi
Un nuovo progetto per l' ISZS di PalermoPDFStampaE-mail
Sabato 13 Dicembre 2014 14:17
Scritto da Maurizio Artusi


Vai a: aggiornamenti, valutazioni, schede, indirizzi e riferimenti dell'articolo

Giuseppe Russo ISZSGiuseppe Russo (Foto Russo)Recentemente ho ricevuto un articolo a firma di Pino Guastella, direttore del quotidiano siracusano DiarioDoc, del quale Giuseppe Russo, ex commissario straordinario dell'Istituto Sperimentale Zootecnico della Sicilia, mi ha caldeggiato la pubblicazione, desideroso di voler diffondere il suo nuovo progetto per l'ente, peraltro molto sensato ed ampiamente condivisibile. Per chi non lo sapesse, come è possibile leggere sul sito web www.iszsicilia.it, l'Istituto in questione è una stazione di ricerca dell’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari, uno dei più antichi enti di ricerca d’Italia e, sin dal 1884, anno della sua fondazione, ha avuto un ruolo determinante nel progresso delle attività agricole e zootecniche del territorio siciliano. Le sue finalità, qui di seguito elencate, sono numerose e si realizzano direttamente sul territorio, a stretto contatto con gli operatori del comparto agroalimentare.

  • La conservazione e il miglioramento genetico delle razze autoctone siciliane di interesse zootecnico.
  • La tutela del patrimonio faunistico selvatico.
  • Il miglioramento delle tecniche di coltivazione e utilizzazione delle specie foraggere idonee all'ambiente siciliano.
  • La diffusione di tecniche di lavorazione casearia idonee alla valorizzazione del prodotto lattiero-caseario siciliano.
  • La ricerca scientifica e la sperimentazione nel settore della zootecnia.
  • La formazione professionale nel settore agro-zootecnico.
  • L'assistenza tecnica alle aziende zootecniche.

Da ciò è facile intuire l'importanza che tale ente ricopre nello sviluppo economico, ricerca scientifica e salvaguardia del territorio, nonchè delle tradizioni della Sicilia. Adesso vi lascio all'articolo, costituito da un'intervista con domande e risposte.

 


Zootecnia in Sicilia: “Il settore è al collasso per gli elevati costi"

D. Cosa ne pensa della nuova programmazione 2014-2020 per l’auspicabile rilancio in Sicilia del settore zootecnico e della filiera lattiero casearia?

R. Fermo restando che qualsiasi ipotesi di programmazione o progetto di sviluppo non possono prescindere dall’adozione di prioritari provvedimenti straordinari ed urgenti (ripianamento passività, credito, prezzo del latte, controllo delle importazioni, sburocratizzazione dei procedimenti amministrativi) per fronteggiare la grave situazione di emergenza determinata dalla crisi in atto, con piacere risponderò alle sue domande sperando di fornire ai lettori della sua rivista quelle proposte che a mio giudizio possano essere utili alla per il possibile rilancio in Sicilia, del settore zootecnico e della filiera lattiero casearia.

D. Ci vuole descrivere brevemente lo stato dell'arte della zootecnica siciliana?

R. Il settore è certamente al collasso per gli elevati e sempre crescenti costi di produzione rispetto al valore dei prodotti, pressoché immutati da anni (oligopolio acquirenti latte), o decrescenti come per il settore carne, la filiera lunga, con alti prezzi per i consumatori e scarsa redditività per i produttori, la qualificazione delle produzioni, organizzazione dell’offerta, molto scadente (con la sola ma, non assoluta, esclusione dei prodotti DOP), la commercializzazione dei prodotti lasciata alle capacità dei singoli produttori (polverizzazione delle produzioni), ed ove esistono delle cooperative di produttori, la mentalità resta quella di “produttore e non di imprenditore”, i rapporti con il mondo dei consumatori, informazione ed educazione del consumatore, pressoché inesistente.

D. Quindi a suo giudizio quali interventi consiglierebbe di adottare al nuovo Assessore all’Agricoltura della Regione Sicilia?

R. A mio giudizio appare inderogabile una politica di sviluppo della zootecnica che affronti i problemi, strutturali, infrastrutturali e di organizzazione dei servizi finalizzati a incoraggiare e qualificare le produzioni zootecniche, per migliorare la produttività animale e i sistemi di allevamento non sempre ottimali e la qualità dei prodotti, per essere sempre più in linea con le normative UE. Lei sa che la Sicilia Zootecnica è divisibile in due grandi sistemi di produzione.

L’intensivo è molto specializzato, prevalente nel Ragusano, ma non solo: a macchia di leopardo esistono in Sicilia allevamenti molto qualificati è l’estensivo con diversi livelli di specializzazione vincolati alla valorizzazione del territorio di produzione.

I due sistemi, entrambi molto importanti, hanno un ruolo strategico diverso per la Sicilia.

I sistemi intensivi sono indispensabili per limitare il grande deficit alimentare tra produzioni e consumo: importiamo oltre il 75% di latte (difficile da migliorare per le quote latte) e l’80 %di carne. Nonostante tutto, i produttori Siciliani rischiano di chiudere per i costi di produzione troppo alti e per mancanza di una vera strategia di commercializzazione, che subisce l’oligarchia del mondo Industriale Siciliano, la concorrenza dei prodotti importati ed ottenuti a bassi costi e, non per ultimo, la polverizzazione della produzione e soprattutto dell’offerta oltre che la sua scarsa organizzazione.

I sistemi estensivi sono strategicamente fondamentali per la Sicilia perché:

  • Presidiano il territorio (gli allevatori sono dei veri e propri guardiani del territorio).
  • Utilizzano delle risorse naturali altrimenti inutilizzabili (abbandono= degrado) pertanto contribuiscono a rispettare l’ambiente.
  • Contribuiscono a mantenere un’architettura rurale e paesaggistica di rilevanza internazionale.
  • Mantengono un significativo livello occupazionale.
  • Hanno un ruolo sociale, poco riconosciuto, ma di rilevanza straordinaria.
  • Producono prodotti tradizionali di altissima qualità potenziale, espressione massima della biodiversità agroalimentare dell’Isola. A condizione che vengano applicati adeguati sistemi di qualificazione della produzione e dei relativi prodotti e si superino, in alcune sacche, i problemi legati alla sanità animale.
  • Allevano prevalentemente animali di razze autoctone, di cui alcune a rischio di estinzione.

Quindi considerata la diversità dei sistemi, le strategie di sviluppo non possono che essere significativamente diverse, ma ciò che è realmente incomprensibile è che tutti i prodotti competono sullo stesso mercato, senza alcuna vera e reale distinzione per la qualità. Per cui i prodotti delle aree estensive non riescono a competere con i prodotti industriali, che sono in genere connessi ai sistemi intensivi, e quest’ultimi, a loro volta, non sono in grado di competere con le multinazionali che operano legittimamente anche nei mercati dell’Isola.

Quindi considerata la diversità dei sistemi, le strategie di sviluppo non possono che essere significativamente diverse, ma ciò che è realmente incomprensibile è che tutti i prodotti competono sullo stesso mercato, senza alcuna vera e reale distinzione per la qualità. Per cui i prodotti delle aree estensive non riescono a competere con i prodotti industriali, che sono in genere connessi ai sistemi intensivi, e quest’ultimi, a loro volta, non sono in grado di competere con le multinazionali che operano legittimamente anche nei mercati dell’Isola.

D. Quindi quali misure consiglierebbe di adottare per superare lo stato di grave crisi del settore?

R. Consiglierei misure urgenti, compatibili con i regolamenti comunitari e necessarie per aumentare la competitività dei sistemi produttivi Siciliani.

Il posizionamento dei prodotti sul mercato e la relativa strategia di valorizzazione risulta “la madre del problema”, pertanto il primo e principale da affrontare. Ovviamente bisogna anche essere pronti ad offrire prodotti qualificati che il mercato richiede.

I sistemi più diffusi nel passato e proposti dagli economisti filo-globalizzazione indicavano di concentrare le produzioni, di uniformare le produzioni, di delocalizzare per ridurre i costi, ed ancora di destagionalizzare le produzioni, il tutto per ottenere dei prodotti di massa uguali tutti i giorni, per rispondere, secondo loro, alle esigenze dei consumatori. L’obiettivo commerciale di questo sistema è quello di posizionare i prodotti sul mercato con un basso profilo di qualità e di prezzo, per riscuotere la massima concorrenza. Condizione possibile perché se i sistemi industriali sono efficienti riescono ad effettuare delle economie di scala incomparabili rispetto ai sistemi di produzione tradizionali rurali. Ovviamente la fascia dei consumatori a reddito medio-basso è spesso costretta ad acquistare questi prodotti, ma ricerche e movimenti pro biodiversità dell’ultimo decennio, hanno dimostrato come i consumatori più attenti di qualsiasi fascia sociale, ed ovviamente quelle più alte, siano alla ricerca concreta di prodotti di alta qualità, fortemente legati al territorio, che non siano semplicemente fonti di nutrienti, (la percentuale degli obesi aumenta continuamente anche in Italia e non solo negli USA), ma che rappresentino un patrimonio storico-culturale significativo che rende unico il prodotto stesso. Il comune convincimento è che c’è spazio per tutti i sistemi, anche per quelli industriali, ma le istituzioni pubbliche hanno il dovere morale di intervenire prioritariamente a salvaguardia del proprio territorio, della cultura secolare del mondo rurale, nel rispetto della natura, dell’ambiente e della biodiversità intrinseca di questi sistemi produttivi.

Per il mondo rurale si propone d’intervenire, evitando in modo assoluto qualsiasi forma di assistenzialismo, ma creando le condizioni per la valorizzazione dei loro prodotti. La comunità Europea, non consente un intervento diretto sul prodotto, ma sono possibili una serie d’interventi e servizi che migliorano, identificano e qualificano i prodotti, oltre ad azioni generiche ma mirate ad informare il consumatore siciliano e non solo, sulle proprietà salutistiche, aromatiche e culturali che i prodotti zootecnici storici siciliani possiedono. Solo un intervento pubblico può aiutare a far conoscere le specialità siciliane. I produttori di piccole quantità di prodotto non possono mai competere con le industrie sui piani di informazione e pubblicità dei prodotti. E non è assolutamente vero che servono enormi quantità di prodotto per avviare un piano di marketing strategico, perché in Sicilia va rivendicato il paniere di tutti i prodotti, che essendo stagionali e tradizionali, non sono mai di massa. Il consumatore va quindi educato a ricercare cosa il mercato offre di fresco a Km zero, e ad impatto ambientale zero, per scegliere ed allargare il proprio bagaglio culturale enogastronomico con positive ripercussioni, tra l’altro, sulla salute.

La difesa del mondo rurale “estensivo, tradizionale”, va sostenuta in nome della difesa dell’ambiente ed ha delle ricadute economiche e socio-culturali sostenibili.

D. Quindi quali proposte d’intervento generale servono per il settore zootecnico siciliano?

R. Cosi come accennato prima non è possibile proporre azioni univoche per la diversificata realtà zootecnica Siciliana. Alcuni interventi possono essere enunciati a carattere generale, ma poi lo sviluppo degli stessi deve tener conto delle realtà locali in cui si intendono sviluppare.

La sanità animale non può e non deve essere inserita in un piano zootecnico, in quanto la garanzia per le patologie trasferibili all’uomo (zoonosi), è la base di ogni possibile programma di sviluppo e per questo è già abbondantemente finanziata da decenni dalla sanità nazionale e regionale per cui dovrebbe aver già garantito l’indennità degli allevamenti sul piano Regionale. Cosa diversa sono i servizi e l‘assistenza per educare ed informare i produttori per migliorare la sanità animale, obiettivo che dovrebbe rientrare nel piano zootecnico regionale.

D. E per la zootecnica estensiva?

R. Valorizzare le aree marginali in quanto, l’uomo assolve alla funzione di Presidio del territorio, dell’ambiente, del paesaggio nonché ultimo baluardo contro l’esodo dei giovani verso i centri urbani, stimolare l’innovazione tecnologica che rispetti le tradizioni e la natura, ma consenta una maggiore flessibilità del lavoro, rafforzare i sistemi produttivi naturali, biologici, tradizionali in quanto espressione della biodiversità territoriale,stimolare il ricorso a fonti di energia alternativa dal fotovoltaico, all’eolico, al biogas per l’indipendenza energetica aziendale.

D. Ipotizzare strutture ed infrastrutture collettive?

R. Assolutamente si! Centri di stagionatura per i formaggi storici siciliani, centri di macellazione e valorizzazione dell’Agnello Siciliano e creazione di una rete di produttori come bacino di utenza, centro Sperimentale Regionale per la produzione di Caglio, oltre che ove le condizioni produttive lo consentissero programmare un “polo lattiero-caseario” così come descritto per la zootecnia intensiva.

D. Ed in alternativa?

R. In alternativa al polo lattiero caseario potrebbero ipotizzarsi delle “Oasi del mondo rurale” attraverso mercati dei contadini, ma anche negozi di enogastronomia, bar, ristoranti, pizzerie dove si valorizzano i prodotti del polo e del territorio, ed ancora centri di degustazione per informare ed educare il consumatore sulla qualità dei prodotti. In questi centri che oso definire “culturali” devono essere presenti anche i prodotti più pregiati quali le DOP, la presenza di macellerie dei produttori, a completamento del ciclo delle produzioni zootecniche oltre che spazi dedicati alla formazione in tema di marketing, di accoglienza e turismo rurale, per invogliare i giovani ad accedere a nuovi mestieri che possano contribuire a ridurre l’esodo dal mondo rurale, un osservatorio del sistema lattiero caseario tra cui un osservatorio dei prezzi della filiera e un’organizzazione dell’offerta dei prodotti lattiero caseari.

Nel breve periodo, perché le infrastrutture richiedono dei tempi di realizzazione medio-lunghi, stimolare le comunità locali, nelle piazze del paese, magari settimanalmente a creare dei luoghi d’incontro tra i produttori e consumatori, dove gli stessi possano scegliere i prodotti, informarsi, degustarli, spendere del tempo in un contesto architettonico, culturale integrato da cibo di altissima qualità e testimonial del sapere locale,certamente in nome della biodiversità e della straordinaria qualità dei prodotti delle aree collinari e montane (in sintesi della zootecnia estensiva), si ritiene necessaria una politica di valorizzazione dei luoghi di vendita tradizionali (le classiche “putie”) dei tanti paesi che rappresentano il cuore pulsante della Sicilia, spesso, forse sempre, ignorati e relegati quasi ad una condizione di sottosviluppo secondo i concetti travolgenti della globalizzazione, stimolare e finanziare una “Rete eno-gastronomica" di qualità siciliana, dove ogni piccolo negozio agroalimentare dei paesi anche di montagna, diventi il riferimento istituzionale della politica di valorizzazione agroalimentare della Sicilia. Dovranno prevedersi incentivi per la qualificazione dei punti vendita, e sviluppare delle guide per i turismi del cibo, per indicarne non solo l’esistenza ma anche le specificità che possono offrire non solo ai consumatori locali ma al mondo intero , attraverso portali mediatici di vendita e comunicazione, sviluppare della ricerca per caratterizzare e qualificare i prodotti di origine animale, (caratterizzazione analitica della loro qualità igienico-sanitaria, nutrizionale, merceologica, sensoriale e salutistica), anche attraverso le richieste di ulteriori riconoscimenti comunitari (DOP, IGP… ) per altri prodotti tra cui il Caciocavallo Palermitano, la Provola dei Nebrodi, il Maiorchino e soprattutto l’Agnello Siciliano, sviluppare servizi di supporto alle aziende agricole per la certificazione dei prodotti richieste dalla Grande distribuzione Organizzata, sarebbe utileorganizzare un servizio in sinergia e a supporto degli Enti preposti al controllo, per la verifica dell’origine e relativa qualità dei prodotti di origine animale in ingresso nella nostra Regione, migliorare la qualità e la sicurezza alimentare dei prodotti di origine animale, certificare la qualità dei prodotti Siciliani tradizionali e stesura dei relativi disciplinari di produzione, con un unico marchio il “Born in Sicily” fortemente voluto dall’Ex Assessore Regionale Cartabellotta, controlli sulla filiera mangimistica, sia della provenienza che della presenza di inquinanti tra cui le micotossine, nonché creazione di filiere mangimistiche OGM free implementando l’uso di materie prime alternative al mais ed alla soia largamente presenti sul mercato in forma OGM. In tal senso l’incentivazione all’uso di leguminose (favino, pisello proteico, cece, ecc) potrebbe rappresentare una strada da percorrere, servono azioni per valorizzare la filiera carni degli allevamenti da latte e per gli allevamenti delle aree interne. Filiera attualmente ancor più anti-economica della produzione del latte.

D. Da esperto del settore considerata la sua esperienza all’Aras prima e dopo anche di Commissario straordinario dell’Istituto Sperimentale Zootecnico cos’altro proporrebbe all’Assessore Regionale all’ Agricoltura?

R. Certamente e prioritariamente ulteriori azioni per la salvaguardia delle razze autoctone Siciliane in via di estinzione! Con la creazione di banche del germoplasma e la realizzazione di uno “nuovo polo per la zootecnia” con il passaggio “in convenzione” dei tecnici (agronomi-agrotecnici-periti agrari, veterinari ecc..) del “ruolo pubblico” dell’Associazione Regionale Allevatori Sicilia all’ l’Istituto Sperimentale Zootecnico della Sicilia tutto ciò in applicazione della L.R12/89 e nello specifico quanto avevano ben previsto anche è certamente con molto lungimiranza i legislatori del tempo con applicazione concreta dell’ art.15 L.R. 33/96.

Per le razze autoctone ovine (Valle del Belìce) la realizzazione di un “centro arieti” presso il fondo Luparello sede dell’ Istituto Sperimentale Zootecnico della Sicilia, programmando dei piani di miglioramento genetico al fine di poter affrontare i mercati del nord Africa, per le razze bovine Modicana e Cinisara, creare un “centro di fecondazione artificiale” onde predisporre un programma di miglioramento genetico che risulta di fondamentale importanza per evitarne l’estinzione.

D. Per il settore degli equidi invece?

R. Per gli equidi ritengo che sia importante che il Dipartimento dell’Agricoltura dia finalmente attuazione alla disposto della delibera di giunta del governo regionale.

D. Quale delibera?

R. E' la n°. 4/2013 che prevede la fusione e/o accorpamento dell’Incremento Ippico di Catania all’Istituto Sperimentale Zootecnico della Sicilia. Come Lei ben sa l’incremento ippico di Catania è stato ed è ancora oggi oggetto di parecchie inchieste giornalistiche e di furenti attacchi dei mass-media nazionali.

Per tale situazione il Presidente della Regione Sicilia con assai lungimiranza raccogliendo la proposta dell’Assessore al ramo e con l’intera giunta di governo ha ben previsto la fusione e/o accorpamento dell’Incremento Ippico di Catania all’Istituto Sperimentale Zootecnico di Palermo. Lei sa benissimo che poi tocca al competente Dipartimento Agricoltura dare attuazione a quanto disposto con la detta delibera di giunta di governo!

D. Lei nell’esercizio delle sue funzioni cosa ha fatto per assecondare alle aspettative della Delibera 4/2013 della Giunta di governo?

R. Le assicuro che personalmente nell’anno 2013 subito dopo la mia nomina e nell’esercizio delle mie funzioni di Commissario straordinario dell’ ISZS su richiesta dell’Assessore al ramo del tempo ho ampiamente relazionato agli Uffici preposti del Dipartimento Interventi strutturali – infrastrutturali dell’ Assessorato Risorse Agricole della Regione Sicilia non mi è dato conoscere “ora” che fine hanno fatto i buoni propositi e quant’altro previsto dalla delibera 4/2013 forse Lei questa domanda dovrebbe rivolgerla alla Dott.sa Rosaria Barresi Direttore Generale dell’ Assessorato Agricoltura dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione Sicilia.

D. Dal punto di vista formativo cosa consiglierebbe?

R. Consiglierei aggiornamenti del mondo zootecnico su tematiche di interesse reale per gli allevatori e gli operatori anche extracomunitari ,l’ organizzazione di corsi per mungitori, la conservazione dei foraggi, una corretta gestione dell’allevamento, il miglioramento della qualità del latte il miglioramento della qualità dei formaggi, casari, scelta di tori da riproduzione,l’alimentazione animale e il miglioramento della fertilità delle fattrici delle specie e razze allevate in Sicilia.

D. Per la zootecnia intensiva?

R. La zootecnia intensiva, è maggiormente rappresentata nel ragusano, ma presente a macchia di leopardo nell’intero territorio Siciliano, diventa prioritaria la possibilità di colmare il gap strutturale sia con riferimento ai sistemi produttivi collettivi che ai servizi per la valorizzazione dei prodotti.

Nel particolare, “polo lattiero caseario” non solo a Ragusa ma anche nelle aree di maggiore concentrazione zootecnica in Sicilia. Al fine di mettere fine all’oligarchia della domanda, si ritiene fondamentale poter usufruire di alcuni “poli lattiero caseari” in grado: di trasformare il latte veramente siciliano, puntando prioritariamente al latte fresco pastorizzato di alta qualità per le aziende da latte specializzate, ma prevedendo anche la specificità di alcuni prodotti quali ad esempio il latte fresco di alta qualità da animali allevati al pascolo, o di specifiche razze autoctone, considerato il limitato consumo di latte fresco pastorizzato è importante avviare campagne di informazione ed educazione del consumatore, va prevista anche la trasformazione e produzione di latte a lunga conservazione (UHT e/o sterilizzato), produrre prodotti caseari per la Grande Distribuzione Organizzata ( GDO), per operatori commerciali ristoranti e pizzerie; ad esempio formaggi freschi, yogurt, mozzarella da pizza, ricotta, la cui qualità sarà in ogni caso superiore ai prodotti (es le cagliate) d’importazione, in quanto prodotti con latte Siciliano da aziende controllate e certificate. Il tutto a prezzi competitivi in quanto assimilabile ad una vendita diretta, introduzione di impianti per lo smaltimento del siero e dei residui lattiero caseari, ipotizzando il recupero di importanti materie prime, di altissimo valore per l’agro-alimentare e non solo.

D. Dove potrebbe sorgere il polo lattiero caseario?

R. Il polo lattiero caseario potrebbe sorgere all’interno dei 52 ettari del fondo Luparello sede dell’ Istituto Sperimentale Zootecnico di Palermo , potrebbe e dovrebbe inoltre diventare un mini polo commerciale, con “spaccio aziendale dei prodotti del polo”, ma anche e soprattutto negozi di enogastronomia, bar, ristoranti, pizzerie dove si valorizzano i prodotti del polo e del territorio della Sicilia Occidentale, andrebbero previste anche sale di degustazione per informare ed educare il consumatore sulla qualità dei prodotti. In questi centri che oso definire “culturali” devono essere presenti anche i prodotti più pregiati quali le DOP, la presenza di macellerie dei produttori completa il ciclo delle produzioni zootecniche, rilevante anche la possibilità di disporre di spazi dedicati agli agricoltori per la vendita diretta dei prodotti della “campagna” come il mercato del contadino già operativo sul prestigioso fondo Luparello “unico polmone verde della città di Palermo” è sede dell’ Istituto Zootecnico di Palermo, con spazi dedicati alla formazione sul marketing, sull’accoglienza e sul turismo rurale, per invogliare i giovani ad accedere a nuovi mestieri che possano contribuire a ridurre l’esodo dal mondo rurale. Le assicuro di avere percepito che tale argomento sta molto a cuore all’Assessore Regionale Caleca. Personalmente condivido il pensiero dell’Assessore Caleca “dobbiamo assolutamente avvicinare i giovani al mondo dell’ agricoltura” utilizzando ed ottimizzando le risorse messe a disposizione con il nuovo Piano di sviluppo rurale 2014-2020.

D. Succintamente ci parli del “Nuovo polo per la Zootecnia”

R. Non è semplice ma ci provo! in sintesi con la realizzazione del “nuovo polo per la zootecnia” si otterrebbe certamente l’auspicata aggregazione di ricerca scientifica ed assistenza tecnica atteso che l’Istituto Sperimentale Zootecnico è una stazione di ricerca dell’Assessorato Regionale Agricoltura mentre l’ assistenza tecnica viene svolta già dal 1964 dai lavoratori del “ ruolo pubblico” dell’Associazione Regionale Allevatori quindi basterebbe applicare la L.R. 12/89 e nella fattispecie l’art.15 L.R.33/96 che prevede il passaggio in convenzione dei predetti lavoratori del ruolo pubblico dell’ ARAS all’Istituto Sperimentale Zootecnico della Sicilia si otterrebbe certamente il taglio degli sprechi che sta molto a cuore al Presidente della Regione Sicilia . Lei pensi ai costi sostenuti dall’ ARAS per l’affitto e le utenze degli Ufficio di Palermo che risulta ubicato in Via Principe di Belmonte quindi nel “salotto buono” di Palermo , oltre ai costi degli affitti e delle utenze dei 9 uffici provinciali e di buona parte degli uffici delle 20 sedi intercomunali dislocati nell’intera Regione che potrebbero trovare spazio all’interno delle Sezioni Operative (SOAT) tutto ciò certamente in relazione all’ attuata riforma dell’ Assessorato Agricoltura della Regione Sicilia che ora prende il nome di Assessorato dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea con uffici , azioni e programmi non solo per la “produzione vegetale” ma anche che per la “produzione animale” tutto ciò certamente all’insegna del miglioramento dei dervizi e delle certificazioni che ci richiede anche l’unione europea.

Tutto ciò genererebbe presso il fondo “Luparello” e non solo.. un luogo operativo e d’incontro a “costo zero” tra i tecnici del “ruolo pubblico dell’ARAS” preposti all’Assistenza Tecnica agli allevatori di Sicilia e la Ricerca Scientifica svolta da sempre dall’ Istituto Sperimentale Zootecnico che risulta essere una “stazione di ricerca dell’Assessorato Agricoltura” della Regione Sicilia. Quindi con tali possibili ed auspicabili aggregazioni di Enti è professionalità si otterrebbe di fatto “una piccola riforma” con evidenti e non trascurabili vantaggi per l’erario e per i tanti allevatori di Sicilia che si aspettano di essere raggiunti per migliorare ulteriormente le produzioni oltre che le specie e razze allevate in Sicilia.

D. Amico Russo si sente di rispondermi ad un’ultima domanda?

R. Assolutamente si!

D. Per la promozione del territorio siciliano e delle sue specificità agro-alimentari cosa proporrebbe all’Assessore Regionale dell’ Agricoltura Caleca?

R. Sarebbe certamente utile stimolare azioni di accoglienza nell’ambito di itinerari rurali e del turismo gastronomico per un rinnovato rapporto fiduciario diretto tra produttore e consumatore filiera corta, ma anche per la valorizzazione dei prodotti in un contesto paesaggistico, ambientale e culturale che rafforzi il legame uomo-prodotto-territorio, con la partecipazione e coinvolgendo i produttori, ad eventi e manifestazioni enogastronomiche, turistiche e promozionali come quella universale dell’Expo Milano 2015 sulla sicurezza alimentare che si svolgerà da maggio ad Ottobre dove la nostra Regione per tale evento risulta certamente ben diretta e coordinata dal Dr. Cartabellotta che in relazione alla centralità della nostra Sicilia rispetto ai paesi del bacino del Mediterraneo ne avrà grandi benefici, trovo infine assai utile che si possano sviluppare azioni coordinate verso il mondo della scuola siciliana di ogni ordine e grado per informare i giovani consumatori, sulle origini, sulla qualità (organolettica, sensoriale e salutistica) delle produzioni Siciliane e della relativa sicurezza alimentare , valorizzare il ruolo del mondo rurale, detentore del patrimonio gastronomico tradizionale del territorio isolano, attraverso la creazione di una scuola di “cucina rurale”, in collaborazione con Enti ed istituzioni specializzate nel settore, per la promozione internazionale della civiltà contadina siciliana, per come ampiamente illustrato e detto in diverse occasioni pubbliche ed in interviste televisive dall’Assessore Regionale Caleca “ridurre l’esodo dalle campagne attraverso la creazione di nuovi mestieri per i giovani agricoltori”.

Tra le principali azioni quella del marketing dei prodotti aziendali magari creando un albo, un portale telematico al servizio di una rete di produttori con prodotti certificati da integrare con l’accoglienza aziendale finalizzata ad una migliore qualità di vita del consumatore che, oltre a poter usufruire di prodotti freschi e di altissima qualità, possa godere del paesaggio del fascino delle masserie e soprattutto del benessere per il contatto diretto con la natura. Non di secondaria importanza l’offerta di piccole aree di terra per gli orti sociali a diretta gestione dei consumatori che ne fanno richiesta nonché il ruolo sociale svolto dall’attività zootecnica in termini di incentivazione delle fattorie didattiche e/o fattorie sociali sulla falsa riga del progetto interamente finanziato dalla Fondazione con il Sud denominato “El Burritto“ per l’allevamento dell’asino ragusano per la produzione del preziosissimo latte d’asina.

In sintesi trattasi di “Business Sociale” per generare o consolidare un “mestiereai giovani produttori siciliani inoltre la formazione degli attori di filiera, dal produttore al consumatore riservando una adeguata attenzione agli operatori del settore terziario, l’informazione ed educazione degli operatori della grande distribuzione, ristoratori, Opinion Leaders e mass media.Per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari Siciliani è improcrastinabile la formazione degli addetti ai banconi, dei maitre, dei buyers della GDO. Ancor più importante è informare giornalisti e Opinion Leaders, non solo siciliani, sulla qualità dei prodotti siciliani nel contesto socio culturale (ruolo dell’uomo), storico, paesaggistico ed ambientale in cui vengono prodotti, stimolare sia i consumatori che i dietologi per una corretta educazione alimentare, valorizzando la dieta mediterranea, promuovere infine la sottoscrizione di specifici “ patti di filiera” , con particolare riferimento al settore lattiero caseario, per stimolare le mense aziendali, gli ospedali ed altre comunità, ad inserire nelle loro gare di appalto i prodotti rurali di alta qualità, riducendo la dipendenza dalle multinazionali e dai prodotti di massa per far si che la salute dell’uomo abbia priorità rispetto agli aspetti commerciali.

Pino Guastella
Direttore DiarioDoc

 

 


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