Un campo di grano antico seminato su sodoQualche tempo fa, durante una mia visita finalizzata alla stesura di un articolo riguardante l'Agriturismo Feudo Pietranera, struttura di ricerca appartenente alla Fondazione Angelo e Salvatore Lima-Mancuso, diretta dal Prof. Giuseppe Di Miceli del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università di Palermo, ho scoperto che presso di essa si effettua da più di venti anni la cosiddetta semina su sodo, conoscendo la diatriba tra aratura più e meno profonda, quando ho saputo che un convegno organizzato per il 29 Aprile 2017 presso l'agriturismo avrebbe trattato proprio questo aspetto dell'agricoltura, mi sono recato in quel di Santo Stefano Quisquina (AG), per cercare di capirne di più.
Ospite d'onore è stata l'Associazione Semina Diretta 2.0, sodalizio che primo in Italia si è posto l'obiettivo di far conoscere questo tipo di "nuova" pratica in tutta la penisola ed i particolare in Sicilia, regione particolarmente indietro per quanto riguarda questa tecnica seminativa, mentre invece in altri paesi del mondo, USA e Canada in primis, è impiegata da tempo, nel continente europeo, ad esempio, è particolarmente sviluppata in Francia, Spagna, Inghilterra e in tutti i paesi dell'est, in sostanza, ogni volta che ci si trova a coltivare grandi estensioni di terreno è conveniente seminare direttamente, ottenendo paradossalmente un risvolto ambientale positivo dalle tanto bistrattate colture intensive!
I relatori: Falcone, Gianbalvo, Collura e AmmavutaIl convegno, moderato dalla giornalista Elisa Collura, ha visto il susseguirsi degli interventi di Lino Falcone, Presidente di Semina Diretta 2.0, di Dario Giambalvo, Docente del Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali dell'Università di Palermo, e di Giuseppe Ammavuta, Dirigente Assessorato Regionale dell'Agricoltura ed Ambiente, poi si è continuato con un'area tecnica dedicata ai prodotti di Green Ravenna e dell'Azienda sementiera F.lli Menzo di Piazza Armerina (EN). Gli argomenti hanno spaziato dall'ambiente, agli ausili per la coltivazione, alla micorizzazione, alla ricerca in campo sementiero, fino ai bandi del PSR 2014-2010, il quale prevede fondi anche per la semina su sodo.
Dopo il pranzo preparato da Antonella Cacciatore e Rita Pullara dell'Agriturismo Feudo Pietranera, ci si è spostati direttamente nei campi dell'azienda agricola, presso i quali il Prof. Dario Giambalvo ha illustrato in modo più pratico le tecniche da utilizzare per la semina su sodo.
I relatori: Falcone, Gainbalvo, XXXX e AmmavutaArrivati a questo punto, più d'uno si starà chiedendo, perchè utilizzare la semina diretta, invece di continuare con le "vecchie" abitudini di aratro e trattore che arrivando a profondità anche di un metro, consentono sicuramente alcuni vantaggi per quanto riguarda la praticità e la distruzione delle infestanti? Innanzi tutto bisogna svelare che non sempre l'aratura profonda è risolutiva contro le infestanti, tuttavia, bisogna tenere conto che queste pratiche, arrivate nel dopoguerra anche qui a Sud con la sempre più diffusa meccanizzazione dell'agricoltura, distruggono la micro e macro flora che vive nel terreno, garanzia di un sano equilibrio che però bisogna comunque saper governare, in sostanza, la pratica della semina su sodo prevede una "nuova" agricoltura, diversa da quella attuata con le "vecchie" pratiche, ma che non è adatta a tutte le situazioni e a tutti i tipi di terreno, ad esempio, quelli meno consigliati sono gli argillosi, tranne che in alcuni specifici casi in cui essi sono particolarmente permiabili. In particolare, il Prof. Giambalvo ha raccontato come in base alle proprie esperienze, soprattutto grazie alla venticinquennale sperimentazione di Pietranera, le rese delle colture non cambiano a patto di adeguare le proprie tecniche alla semina diretta. Un altro argomento a favore della semina su sodo è quello relativo alla salvaguardia dell'ambiente, poichè sembra che così si riduca il rilascio di CO2, tuttavia è più difficoltoso impiegarla nelle aziende agricole a regime biologico.
I partecipanti al convegno tra i campi seminati a sodoIn conclusione, come spesso capita in dispute e diatribe, la verità sta nel mezzo, nel senso che la semina diretta o semina su sodo, come la si voglia chiamare, non è la panacea di tutti i mali dell'agricoltura, ma in alcuni casi può costituire un'arma in più a favore dell'ambiente, a patto che ci si comporti in modo adeguato alla "nuova" tecnica.
L'Associazione Semina Diretta 2.0 però, non si è inventata nulla di nuovo, promuove e insegna le proprie idee con convegni e corsi rifacendosi a ciò che si praticava molte centinaia di anni fa, infatti anticamente questo era l'unico tipo di semina conosciuto, poi arrivò l'aratro col bue, con il quale il contadino iniziava arando a quattro centimetri di profondità e finiva il lavoro con... uno solo, tra l'altro, attività compatibile con i vantaggi del sodo. Infine arrivò il trattore e l'aratro "selvaggio", quindi forse si tratta solo di tornare un po' indietro, a quando il rispetto per la natura era maggiore e l'armonia dell'uomo con l'ambiente era una realtà che oggi dobbiamo continuamente inseguire.
Foto M.Artusi, L.Caracausi
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