Memorie e tradizioni a Gangi
Informazioni aggiuntiveMemorie e tradizioni in uno dei "Borghi più belli d'Italia". Storia, cultura, gastronomia
Dopo una delle tante curve che sulla vecchia “statale 120 dell’Etna e delle Madonie” conducono da Palermo verso Catania attraverso le Madonie, allo sguardo del viaggiatore si presenta uno spettacolo affascinante: una cascata di pietre, le case addossate le une sulle altre che scendono dalla vetta dell’alto e isolato monte con un fondale di eccezione, il maestoso cono dell’Etna. E’ Gangi che si mostra in tutta la sua unicità: un colpo d’occhio, raro da cogliere in tutta la Sicilia. Se poi si passeggia per le antiche vie di Gangi, a mezzogiorno o sul fare della sera, è facile imbattersi in un insieme inebriante di odori: sono i profumi della buona cucina gangitana che come una volta provengono dalle case di Gangi, antiche tradizioni culinarie che ancora oggi si trasformano in entusiasmanti sapori. Una gastronomia, quella gangitana, ricca di prodotti ineccepibili per genuinità, qualità e rispetto del palato: un insieme variegato di prodotti della tradizione che, riscoperti e riproposti anche dai locali ristoratori, non possono che ... prendere per la gola. Gangi. Memorie e tradizioni in un dei “Borghi più belli d’Italia” è un breve viaggio fra le tradizioni e gli antichi sapori del borgo medievale, alla riscoperta delle eredità lasciateci dalle generazioni passate: ricordi, tramandati da padre a figlio e da madre a figlia, che identificano la comunità nella sua autentica essenza. Un momento di rievocazione storico-etno-gastronomica inderogabile per non disperdere la memoria del passato e utile alla promozione di uno dei Borghi più belli d’Italia che mostra tutto “il fascino dell’Italia nascosta”. La prima edizione della manifestazione - inserita nel suggestivo contesto del Circuito dei Borghi più belli d’Italia organizzato dal Comune di Gangi il giorno 04 di agosto - vuole ripercorrere le memorie e le tradizioni etniche e gastronomiche di uno dei periodi più floridi del borgo quando, a cavallo fra Ottocento e Novecento, con i suoi oltre 16.000 abitanti Gangi era il borgo più florido e popoloso delle Madonie: un’epoca in cui la vita agreste, pur con le sue contraddizioni, regolava il modus vivendi della comunità e della società siciliana. La manifestazione vuole dunque proporre uno spaccato della vita quotidiana di quel periodo, la saggezza degli usi e dei costumi, la spontaneità dei bambini nei giochi di strada, la sapienza dei mestieri legati alla terra, la memoria orale, le abitudini quotidiane, i momenti che si fanno rito e, non ultimo, i sapori di un passato non molto lontano ispirati alla civiltà contadina. In uno dei contesti ambientali più caratteristici del borgo - l’ampio scenario urbano compreso fra il castello ventimigliano, la chiesa della Catena e la piazza cittadina, la parte più antica e suggestiva del borgo medievale -, e lungo le sue strade, verranno dunque rievocati gli usi, le tradizioni e le abitudini gastronomiche con i piatti tipici del borgo, con numerosi figuranti in abbigliamento dell’epoca, frutto di una profonda quanto accurata ricerca storica. Il programma della manifestazione, che partirà nelle ore pomeridiane e si protrarrà fino a sera inoltrata, vede dunque i seguenti momenti rappresentativi del periodo: - la vita agreste – piazza Valguarnera: rappresentazione di un antico màrcatu, il luogo in campagna dove avveniva la lavorazione del latte per la produzione lattiero-casearia: qui verranno ricostruite le strutture che lo costituivano, ‘u pagliàru ccu iàzzu, ‘a mànnara e ‘a fucàgna con le quadàre dove avveniva la preparazione della ricotta e della tuma. Nell’occasione si potrà assistere alla realizzazione del primo prodotto derivato del latte, la lacciàta, mentre un anziano racconterà ‘u cuntu così come allora si faceva per tenere quieti i bambini; - vita quotidiana nelle strade di Gangi – via Castello: si offre uno spaccato del trascorrere della vita di ogni giorno nel borgo, con il viddàno che faceva ritorno dalla campagna a dorso del mulo o dell’asino trasportando la paglia, con i bambini che giocavano per la strada, con le donne sedute davanti la porta di casa intente a ricamare al tòmbolo o a confezionare merletti e a fari curtìgliu, con la lavorazione al telaio, con i mestieranti, col barone che faceva la sua quotidiana passeggiata fra le vie del borgo; - degustazione gastronomica – piano Scialampo: qui si potranno degustare alcune pitànze, pietanze realizzate con una cucina semplice e spesso povera di ingredienti ma molto gustose e apprezzate; Su questo sito web si può liberamente leggere
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