Questi sono gli incarichi del nuovo Pizza Team Don Robbie School Sicilia, elencati per tipologia ed all'interno di essa alfabeticamente per cognome: Giuseppe D'Angelo - delegato Sicilia;
La carruba in questione era stata utilizzata sotto forma di farina per tagliare la semola dell'impasto dei paccheri. La carruba è tendenzialmente dolce, ma stavolta non lo era in maniera spiccata, consentendo così una bella integrazione con un perfetto ragout di maialino, vivacizzato da Sergio con un po' di semi di finocchio. Il piatto era interessante anche cromaticamente nonostante i colori scuri, grazie alle sue particolari sfumature marroni, che di volta in volta fondevano o distaccavano il colore quasi nero della pasta con quello translucido del ragout.
Rieccocci con un altro primo la cui pasta era stata preparata con un blend di farine, stavolta utilizzando quella di castagne. Anche i maccheroncini non erano eccessivamente dolci, in essi la castagna si manifestava più col colore dorato che col sapore. Il primo impatto olfattivo con questo piatto è stato molto forte, la causa era da ricercarsi nella esclusiva decorazione a base di alga marina adottata da Sergio il quale, avendo lavorato per diverso tempo nella zona del catanese, ama utilizzare materie prime provenienti da quel territorio. Infatti, ecco il maialino nero, le carrube, le castagne, tutti prodotti che si trovano più facilmente nella Sicilia Occidentale piuttosto che nell'Orientale, infine però è arrivato il vero tocco da maestro: l'uso dell'alga Mauro che si trova solo lungo la linea costiera vulcanica del catanese. Freschissima la pescatrice, amalgamata con la pasta grazie all'uso del suo fegato, nei pezzetti distribuiti nel piatto si poteva sentire il gusto del mare che si fondeva con quello dell'alga, dando una straordinaria sensazione di risacca marina.
Cuocere un filetto di orata può sembrare facile ma vi invito a provare a casa, il risultato non è sempre garantito. Le sue carni sono morbide, relativamente grasse, in misura maggiore quando di allevamento, ma nonostante ciò è facile farla seccare in forno o in padella, rendendola stopposa e poco piacevole. Nel piatto di Sergio i filetti erano succosi e quindi morbidissimi, prova ne è la facilità con cui ho tolto la pelle, ma anche la panatura di pistacchio, rimasta viva e gustosa e non bruciacchiata come purtroppo spesso capita. Unico neo, la presenza di spine che rendevano traditore il boccone! Il contorno, invece, era la dimostrazione di come si possa riciclare un classico come la patata duchessa sbanalizzandolo per bene. Essa era composta dal solito purè, ma modellato a forma di pera e cosparso da scaglie tostate di mandorla, presumo però che in questo caso il passaggio in forno sia stato molto veloce.
In chiusura, Sergio Ciziceno ha giocato sul sicuro scegliendo un parfait di mandorla nella sua versione più classica, preparandolo tra l'altro a pochissimi chilometri dal Ristorante La Botte dei Cascino, inventori tanti anni fa di questo dolce da loro poi battezzato Alì Pascià. La versione del Giardino degli Aranci era molto piacevole, ma l'ho trovata un po' sbilanciata sul croccante di mandorle e zucchero caramellato, per un amante dell'equilibrio e dell'armonia come me prevalevano troppo, ovviamente a tanti altri piacerà così com'è. Infine, me lo aspettavo con un gusto un po' più pannoso o forse la base era coperta dal già citato caramello. Posso però garantire che, nonostante l'abbondante pranzo, il piatto del mio dolce è tornato indietro perfettamente pulito. Ho già espresso, nella mia recensione relativa alla pizzeria, perchè quella de Il Giardino degli Aranci possa definirsi la migliore pizza di Monreale, considerando che, alla luce delle approfondite informazioni che sono riuscito a raccogliere, essa è attualmente l'unico locale del paese che prepari l'impasto con la tecnica della maturazione, fornendo pertanto un prodotto più digeribile. Dopo il pranzo qui illustrato, posso serenamente affermare che Il Giardino degli Aranci prepara i piatti del ristorante in linea con la sua pizza, concomitanza che raramente ho incontrato nei locali da me finora recensiti per la rubrica Pizza Buona si può.
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