Quindi, la star della serata è stata sicuramente lui: Filippo Drago, coi suoi cereali muliti a pietra naturale, ma alla cena hanno collaborato anche tanti altri eccellenti produttori: Ottavio Guccione, panificatore dell'Antico Forno ed "affezionato cliente" di Filippo, ottimo interprete e fornitore del Pane Nero, realizzatore delle cialde dell'antipasto con le tre farine di Tumminia, Russello e Perciasacchi; Walter Pirri della Fattoria Lombardo, con olio, verdure e ortaggi biologici; Claudio Meli, che col suo miele di Ape Nera Sicula ci ha regalato la dolce variegatura dei dessert. Infine il Consorzio del Carciofo Spinoso di Menfi, presente solo coi prodotti durante l'aperitivo e rappresentato da Calogero Romano, che ha offerto degli straordinari patè. Ma passiamo finalmente al menu, piatto per piatto.
Le due punte del piatto erano rappresentate dal gustosissimo gambero rosso e dalla bottarga, utilizzata fresca, pertanto con una salinità ridotta al minimo ed inoltre alleggerita da qualche goccia di succo limone, condizione indispensabile per non sovraccaricare il piatto e lasciare un piacevole e persistente ricordo di se. In questo caso l'aringa è stata sostituita dai filetti di sgombro lesso, in verità l'avrei gradita con l'aringa, avrebbe avuto uno sprint diverso. Ottima la cottura del Perciasacchi, morbido ma consistente. Incocciato dalle sapienti mani di Filippo Drago, anche nel caso del couscous ho riscontrato un'ottima cottura, spesso infatti, lo si trova troppo al dente, col classico granellino mal aggregato e un po' troppo duro. Stavolta, nonostante la couscoussiera non fosse quella tradizionale in terracotta ma replicata con il più comodo acciaio inox, esso era stato portato a cottura perfetta, probabilmente anche merito della forma regolare dei granelli. Questo è stato il piatto che mi è piaciuto di più, dove il mare, biologico per antonomasia, ha incontrato la dolcissima terra rappresentata dai biologici tenerumi e zucchina lagenaria di Fattoria Lombardo. Particolare lode va alle cozze rimaste perfettamente morbide, peraltro freschissime, grazie alla velocissima cottura. In questo caso non sono proprio riuscito a condividere la frittura della cozza, anche se devo ammettere che in cucina si era riusciti a non farla seccare troppo.
La Maiorca è una grano tenero antico siciliano e quindi si presta bene in pasticceria per la realizzazione di biscotti e frolle. In tale ottica, Ottavio Guccione ha realizzato il "cestino" che è servito di supporto alla crema pasticceria, preparata freschissima per l'occasione e dai sinceri sapori di latte e uova. Il tutto era ricoperto da fettine di fichi e fragole freschi, che creavano un piacevole contrasto cromatico verde-rosso e con una variegatura effettuata con il miele di Claudio Meli. Gusto opinabile per i più, ma a me è piaciuto, forse perchè l'ho approfondito senza miele, quest'ultimo creava uno stridente contrasto con la spiccata salinità degli ingredienti non adatto a tutti i palati. Per i vini era stata scelta la Cantina De Bartoli, famosa per il loro marsala Vecchio Samperi, ma presente per l'occasione con l'altrettanto conosciutissimo Pietranera, uno Zibibbo secco, profumatissimo di fiori bianchi e di facile beva, ideale per l'aperitivo cui era stato destinato, e il Lucido, un insolito Catarratto che al naso, coi suoi sentori tropicali, mi ha ricordato più un Grillo, ma che poi al palato ha mostrato tutta la verve del vitigno in etichetta. In abbinamento al dessert, parlando di De Bartoli, non poteva certamente mancare il Bukkuram però in versione Sole d'Agosto, un particolare passito di Pantelleria dalle note ossidate e tostate, meno affinato rispetto al Bukkuram Padre della Vigna edizione classica, ma perfetto in abbinamento al gelato di Pane Nero creato da Marta. Infine, ad allietare la serata non potevano mancare le note dei No Hay Problema, di Irene Ientile, i quali con un volume da piano bar hanno contornato la cena con brani propri e cover famose.
Video con interviste per gentile concessione di Elisabetta Cinà del programma SuXgiù.
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