Quindi, che senso ha produrre un olio extravergine di sola Biancolilla se i suoi polifenoli saranno presto consumati dall'erosione dell'ossidazione impedendo così al prodotto di conservarsi e arrivare alla prossima molitura? Ebbene, molti non sanno che in effetti proprio così non è, infatti tramite le adatte tecniche agronomiche e soprattutto anticipando la raccolta delle olive e quindi la loro molitura, si riescono ad ottenere in modo naturale dei contenuti polifenolici di tutto rispetto che nulla hanno da invidiare ad altri oli, tuttavia ciò ha un costo costituito dalla riduzione della resa, ma di contro avremo un olio particolare, con un gusto più delicato, ideale da offrire ai mercati del Nord Italia ed europei poco avvezzi alle cultivar strong tipiche della Sicilia, tutto ciò senza sacrificare la qualità, riconducibile alla quantità di polifenoli e nell'assenza di difetti. Va da se che tutto ciò non è per tutti, infatti le aziende olearie che in Sicilia offrono una Biancolilla in purezza, sono molto poche proprio per le difficoltà su esposte. Dopo questa premessa, vi racconterò della mia esperienza con la prima molitura del prodotto dell'azienda Daino Prodotti Biologici, recapitatami da Vito Marciante, figlio della famiglia proprietaria dell'impresa ovviamente rigorosamente situata nel territorio di Caltabellotta a circa 700 metri di altezza sul livello del mare. Prima però c'è da precisare che a Caltabellotta un po' tutti i produttori di olio hanno capito che il loro prodotto oleario, essendo prevalentemente costituito da Biancolilla, diffusasi in quel territorio poichè tramandata di padre in figlio, ha una sola strada da percorrere per potersi affermare sul mercato: la qualità. Ed ecco quindi che viene curata la raccolta, il trasporto e la velocità di molitura spesso adottando temperature di estrazione più basse del solito, quindi riducendo ancora di più la resa, ma aumentando le caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto finale. Addirittura recentemente e quindi da quest'annata olivicola l'Oleificio Sanpellegrino ha installato un frantoio particolarmente all'avanguardia tramite il quale il controllo della temperatura durante la gramolatura è ancora più selettivo e preciso.
I Marciante hanno curato veramente tutto, non solo il prodotto come vedremo durante la mia degustazione, ma anche l'immagine a partire dalla bottiglia, rigorosamente scura e anti ultravioletti, con la sua bella etichetta, ma soprattutto con il tappo che costa circa il doppio dello standard, 9-10 cent contro i 18-20, particolarmente "lussuoso" e dall'apertura precisa, infatti non è raro litigare con le bottiglie di olio a causa di una chiusura difettosa, primo punto debole che un cliente incontra in un olio siciliano. La scelta della bottiglia da 500 ml non è casuale, infatti è risaputo che l'ossigeno contenuto nell'aria agevola il processo di ossidazione del prodotto causandone un prematuro decadimento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali, pertanto un contenitore più piccolo garantisce una minore esposizione dell'olio all'aria e quindi la disponibilità di prodotto sempre fresco grazie all'apertura di una nuova bottiglia.
I campioni da me assaggiati sono della annata 2017, pertanto li ho degustati circa due mesi dopo la molitura e che dagli esami in possesso dei Marciante risulta avere lo 0,2% di acidità e 174 mg/Kg di polifenoli, quindi parametri di tutto rispetto per un buon olio che ricordo, per essere classificato tra gli extravergine secondo la legge, deve risultare con una acidità inferiore allo 0,8%. Anche per quanto riguarda i polifenoli siamo di fronte ad un ottimo valore, soprattutto se consideriamo che stiamo parlando della cultivar Biancolilla in purezza, valori più alti si ottengono facilmente con la Nocellara e/o la Cerasuola, intorno a circa 300 mg/Kg, arrivando poi alle estremizzazioni della Coratina, cultivar pugliese che raggiunge il ragguardevole valore di 1000 mg/Kg. Il mio primo approccio olfattivo con l'olio è stato con il cardo, bello rotondo, tendente alla foglia di carciofo, al palato invece il carciofo si è manifestato con il suo cuore, molto più dolce, ma appoggiato su un robusto zoccolo piccante con un finale alla mandorla, assolutamente originale!
"I profumi di questi oli ovviamente sono ben diversi da quelli che ci si può aspettare dalla cultivar in oggetto, merito dei particolari influssi esercitati da altitudine e territorio, per cui riscontrarvi mandorla, carciofo, una leggera foglia di pomodoro, ripeto in oli ormai giunti alla fine della loro vita, è un bel risultato, sul fronte antiossidanti come già detto, sono stato molto attento ad evitare di eseguire la cosiddetta strippatura, cioè quel risucchio che normalmente viene effettuato tra lingua e palato con lo scopo di aumentare la percezione dei polifenoli, in quanto già solo attraversando la gola essi si percepivano con decisione, ricordandomi i migliori oli a base di Nocellara del territorio di Menfi." Pertanto, appuntamento tra 12 mesi, quando aggiornerò questa mia recensione con le ultime impressioni su questa ottima Biancolilla in purezza.
Addendum Biancolilla buona si puòInserito Domenica 19 Agosto 2018 14:07Aggiornato Domenica 19 Agosto 2018 14:45 Rieccomi a distanza di quasi 12 mesi a riassaggiare l'Olio Daino della famiglia Marciante di Caltabellotta. Il campione in ri-valutazione era costituito da una delle bottiglie assegnatemi ai tempi in cui scrissi l'articolo, pertanto la sua conservazione l'ho curata io stesso, stoccandolo quasi al buio o al massimo in penombra, ad una temperatura che in inverno si aggirava intorno ai 12-15 gradi e in estate non ha mai superato i 22-24 gradi, ed è a quest'ultima che ho effettuato la mia nuova degustazione. Ho scritto "nuova" non a caso poichè in effetti l'olio in questione ha subìto una interessante evoluzione, infatti il primo approccio olfattivo è stato con un dolce cuore di carciofo, seguito a ruota da un filo di deciso cardo, tuttavia mai amaro. L'intensità olfattiva complessiva si è attenuata, come d'altronde è normale che accada, lo stesso ho registrato con il contenuto polifenolico, anch'esso si è abbassato di una percentuale intorno al 35 max 40%. Non ho inoltre riscontrato nessun difetto o sgradevolezza che ne potesse inficiare la qualità. Insomma, un prodotto che si è ulteriormente ammorbidito, come a strizzare ancora di più l'occhiolino ai mercati del Nord Europa, mantenendo la sua caratura e piacevolezza, anche di fronte ad un approfondito esame esso poteva tranquillamente figurare tra gli oli moliti da pochi mesi, certamente non tra quelli con quasi un anno sul groppone, a conferma dell'ottimo lavoro svolto dai Marciante prima in campo e poi in oleificio.
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