Questi i presupposti, a seguire ecco i piatti che ho assaggiato il 25 Gennaio 2013, esattamente un giorno prima dell'inaugurazione del locale.
Ottima esecuzione di cottura, il carciofo era tenero ma consistente, ottimo il condimento di pansaporito che però copriva un po' i crostacei utilizzati per l'occasione. In verità, sembra che i carciofi locali non sia ancora pronti, il piatto è stato infatti realizzato con un altra varietà più commerciale, anche se si è comportata benissimo. Io stesso, durante il tour di tre giorni a Licata, ho cercato più volte lo Spinoso, ma senza successo, avrei voluto assaggiarlo per fare una comparazione con quelli della mia zona e magari renderlo pure oggetto di un bel servizio fotografico, ma non c'è stato verso, sarà per un'altra volta.
Questo, solitamente, è un piatto veramente banale, ma la versione che ho assaggiato Al Faro, devo ammetterlo, mi ha parecchio sorpreso. Il riso, di tipologia carnaroli, era stato mantecato con la salsa al Nero d'Avola ed una noce di burro, quindi il tutto era stato "movimentato" con delle scaglie di Ragusano
Piatto complicato a causa del particolare sapore che può avere la carne di agnello e della sua cottura. Entrambe le prove sono state superate con un buon risultato, grazie alla scelta di un agnello irlandese, più delicato rispetto ai nostrani, ed alla cottura che, nonostante fosse stata effettuata tradizionalmete in forno, aveva lasciato la carne abbastanza morbida, riesco solo a immaginare cosa si sarebbe potuto ottenere con una cottura a bassa temperatura e/o sottovuoto. Straordinaria la panatura di pistacchi, eseguita a regola d'arte e di ottima qualità, forse pistacchio di Raffadali? La crema di porri, leggermente dolce e vellutata, accompagnava magistralmente il boccone, come a richiamare il pistacchio. Un piatto apparentemente minimalista, ma dai diversi insidiosi aspetti, con l'errore tecnico sempre in agguato, stavolta capitato al fiore di zucca ripieno di patata: un po' troppo cotto per i miei gusti, ma per fortuna ha rappresentato solo un peccato veniale!
Qui si è raggiuto l'apoteosi dei dolci, in particolare i due semifreddi, con il loro croccante che faceva da ponte tra i due, erano soffici e gustosi, presentandosi con il sapore di pistacchio e di mandorla senza aromi aggiunti. Purtroppo non sono riuscito ad estorcere a Domenico Balistreri, il procedimento di realizzazione del suo semifreddo, unica sicurezza, non utilizza la tecnica del patè a bomb. il croccante, invece, era stato realizzato con una particolare accorgimento di pasticceria, facilmente riconoscibile, che permette di realizzarlo con pochissimo zucchero, avvantaggiando il gusto e la friabilità. Un po' indifferente mi ha lasciato il cannolo scomposto, ottima la cialda ma la ricotta non "parlava", ed in più lo avrei gradito un po' più "scomposto". Durante la mia visita la carta dei vini era ancora in bianco, ma ho visto delle belle bottiglie in giro, ancora da sballare, in attesa di andare a dimora nella cantina in corso di realizzazione. Ovviamente all'impresa di Giuseppe Chianetta servirà ancora un periodo di rodaggio, ma sembra che la strada maestra sia stata correttamente imboccata, ci sarà da verificare gli sviluppi di quello che sembra possa diventare il nuovo Faro della ristorazione licatese, ovviamente dopo La Madia di Pino Cuttaia, fuoriclasse bistellato e, secondo me, miglior Chef del sud-Italia.
Addendum Ristorante Al Faro di LicataInserito Mercoledì 23 Dicembre 2015 13:09Aggiornato Mercoledì 23 Dicembre 2015 14:13 Nel 2015, il Ristorante Al Faro ha cambiato gestione diventando Pizzeria SardaSalata, tra l'altro inserita nella rubrica "Pizza buona si può", che raccoglie i locali produttori di impasti ad alta digeribilità e pertanto qui recensito.
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