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Maurizio Artusi
Memorie e Tradizioni, settimo annoPDFStampaE-mail
Mercoledì 01 Agosto 2018 10:07
Scritto da Maurizio Artusi


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MemorieTradizioni2018 01Un gruppo ascolta la guida in attesa di entrare nel "circuito"Dopo aver visitato la settima edizione di Memorie e Tradizioni, manifestazione svoltasi lo scorso 21 e 22 Luglio 2018 a Gangi (PA), ridente "Borgo più bello d'Italia" sui Monti delle Madonie, posso assicurarvi che il luogo comune che in un matrimonio paventa la crisi del settimo anno, non si è per niente verificato! La formula ormai è molto rodata e già da qualche anno vede la collaborazione con Slow Food tramite una mostra mercato di produttori che arrivano da tutta la Sicilia. In sostanza il format prevede un percorso tra le vie del paese appositamente riadattato ad un'epoca a cavallo tra fine '800 e inizio '900, lungo il quale una guida appositamente addestrata declama storie e descrizioni incontrando ben undici "stazioni" con figuranti, performance di recitazione, scene agresti, ma anche gastronomia, insomma esattamente ciò che descrive il titolo di "memorie" e "tradizioni" prefiggendosi lo scopo di non farle dimenticare. Posso affermare con serenità che ad oggi, l'obiettivo principale della manifestazione è stato raggiunto, perchè in questi ultimi sette anni migliaia di persone, forse alcune decine di migliaia, hanno assistito alla saga di una famiglia tipo dell'epoca, sceneggiata da Peppuccio Ballistreri, piuttosto che assaggiato le "pitanze" dell'Associazione degli Anta, la "pasta ccu maccu" o il "rosolio" del Panificio Pandor e tanto altro. E' pure vero però che ogni anno sorge un dubbio: si rifarà anche stavolta? Santo Paternò, organizzatore materiale e ideatore della manifestazione, è però finora riuscito a coinvolgere più di circa 200 compaesani, dimostrando come una comunità può collaborare per il bene di tutti e secondo me, è questa la vera chiave di lettura di "Memorie e Tradizioni", cioè la grande forza della cooperazione di cui scrivo ormai da tanti anni e che declamo in ogni occasione pubblica. Infatti, avendo visitato "Memorie e Tradizioni" sin dal primo anno, all'epoca credendoci forse più di coloro che la stavano mettendo in scena, e oggi incontrando bene o male sempre gli stessi volti tra figuranti e volontari, sempre di più la vedo non tanto come una manifestazione, ma come una vera e propria libera associazione di persone.

MemorieTradizioni2018 02L'ultima stazione con il dolce e il rosolio di PandorIl percorso è sempre lo stesso, esso è partito da Via Castello, passando dalla Chiesa della Catena e snodandosi poi lungo il Corso Giuseppe Fedele Vitale fino alla Piazza del Popolo, con il primo approccio gastronomico costituito dal pane e dai formaggi, il primo realizzato con farina molita a pietra dal Mulino Sansone, impiegando la varietà antica Vallelunga, conosciuto localmente come Nero delle Madonie (U Niuru) e coltivata da Cataldo Gallina, infine panificato dal Panificio Pandor che spingendo al massimo l'idratazione dell'impasto è riuscito ad ottenere un'invidiabile alveolatura; per quanto riguarda i formaggi c'era l'eccellente ricotta dell'Azienda Agricola di Marilina Barreca di Gangi, la Provola delle Madonie dall'Azienda Agricola di Grazia Invidiata di Collesano (PA), il Piacentinu Ennese di Isgrò e la Vastedda del Belìce, questi ultimi tre sono dei Presidi Slow Food, quest'anno ampiamente impiegati nelle fermate gastronomiche. Dopo alcune stazioni sulla vita quotidiana dell'epoca, è giunto il momento della "pasta ccu maccu", preparata con fave secche locali e pasta fornita dal Pastificio Vallolmo Madonita di Valledolmo (PA), quest'ultima è un ottimo prodotto siciliano, tra i più gustosi e profumati di grano del suo genere. Dopo aver incontrato un'altra serie di scene quotidiane, ma soprattutto la performance di recitazione dell'Associazione Il Sipario di Peppuccio Ballistreri, che in questa edizione ci ha raccontato la gravità della mortalità infantile dell'epoca in questione, è arrivato il momento delle "pitanze", cioè un piattino composto dal presidio Lenticche di Villalba stufate, pane sempre di Pandor condito con l'olio extravergine di varietà Crastu, altro presidio, e una polpettina composta da mollica di pane, formaggio e uovo, un classico cibo per contadini di quell'epoca che una volta condito con l'aceto per aumentarne la conservabilità, andava a costituire il pranzo dei lavoranti in campagna, una sorta di evoluzione del "pane e formaggio", reso portatile e trasformato in snack completo di conservanti! Subito dopo si accedeva alla zona della festa ed ecco che compare la carne con "i maccarruna ccu sùcu", quindi ancora la pasta del solito pastificio Vallolmo Madonita insieme alla salsa di Pomodoro Siccagno della Cooperativa La Rinascita di Valledolmo (PA), anch'esso Presidio, accompagnata da una bella salsiccia cotta nel sugo e offerta dall'Azienda Agricola Agroverdi di Petralia Soprana (PA). Sarà un caso, ma la comparsa della carne è concomitante con l'arrivo dei nobili, quindi il cibo si fa ancora più ricco, terminando con una dessert costituto da una sorta di "sfincetta" fritta preparata con acqua e farina di rimacino del Panificio Pandor, talmente più idratato rispetto al pane che mi ha ispirato di battezzarla col nome "soffio di grano", condita con una ricotta leggermente dolcificata e passate in zucchero e cannella di cui pero' ricorderò per sempre il sapore del grano, essa era infine accompagnata dal rosolio, sempre della famiglia Bongiorno. Durante le rappresentazioni dei figuranti, particolare cura e attenzioni sono state rivolte al ciclo del frumento, testimoniate da diverse scene relative alla sua coltivazione, produzione e trasformazione, financo una preghiera propiziatoria per la buona riuscita del raccolto, ma anche nella qualità delle materie prime selezionate per la preparazione del cibo.

MemorieTradizioni2018 03Carlo Amodeo con la moglie e il suo miele di Ape NeraIl percorso si è chiuso quindi con gli stand dedicati ai presidi Slow Food con numerosi prodotti, come ad esempio: la Masculina da Magghia, il Piacentinu Ennese, Il Maiorchino, la Manna delle Madonie, la Cuddrireddri di Delia, la Nocciola dei Nebrodi, la Provola delle Madonie, il Miele di Ape Nera Sicula, l'Aglio di Nubia, il Sesamo di Ispica, la Nocciola e il Fagiolo Badda di Polizzi Generosa, la Lenticchia di Villalba, la Cipolla Paglina e l'Albicocca di Scillato.

Sponsor della manifestazione è stata la BCC Mutuo Soccorso di Gangi, la kermesse è organizzata dal Comune di Gangi, ASD Città di Gangi insieme alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Slow Food Alte Madonie e Pro Loco e con la collaborazione della Fidapa, Associazione Teatrale il Sipario, Università degli Studi di Palermo, Associazione degli Anta, e di tante altri volontari e associazioni.

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