Memorie e Tradizioni si è presentata come una ricostruzione condensata della vita gangitana a cavallo tra fine '800 e inizio '900, con scene, rappresentazioni e piatti tipici, ottimamente ricostruiti nei minimi dettagli, ed a volte difficili da distiguere dalla realtà attuale del paese, ancora perfettamente conservato. I tour, organizzati a gruppi di circa 150 persone, sono iniziati verso le ore 19, ed hanno visto transitare dalle viuzze medievali quasi 3.000 persone, un vero successo di pubblico ed adesione massiccia anche degli abitanti locali, che forse ne hanno approfittato per dare una rinfrescata alle proprie radici.
Il "màrcatu" era il luogo, in campagna, dove avveniva la produzione del formaggio e comprendeva tutte le strutture ad essa correlate: focolaio, salatoio, pagliaio e recinti per lo stazionamento e mungitura delle pecore. Nella piazzetta, inoltre, facevano bella mostra due buoi e delle rare Capre Girgentane, queste ultime a quanto pare di proprietà di un allevatore locale.
Dopo la visita alla zona di produzione è stato conseguenziale l'assaggio degli ottimi formaggi locali, offerti in ben tre interpretazioni, e della soffice ricotta, tutto tradizionalmente accompagnato dal pane casereccio. La pastorizia, oltre alla granicoltura e l'allevamento di bovini, è uno dei settori più importanti ed interessanti delle Madonie.
Qui c'è uno dei momenti di osmosi totale tra il gruppo dei visitatori e la ricostruzione storica. Il trascorrere del tempo nella vita di tutti i giorni di inizio '900, è stato inscenato dal "viddàno" con l'asino, dai bambini che giocavano in strada, dalle donne sedute davanti l'uscio di casa alle prese col "tòmbolo", con la "conocchia", con il "telaio" per la tessitura, con il passeggio delle nobildonne e con mestieranti vari.
In questa tappa, i visitatori hanno potuto assistere ad una pregevole e realistica rappresentazione della " 'nzìnga ", la quale ha ammaliato gli spettatori ricostruendo, in circa 10 minuti, le varie fasi del fidanzamento di una volta. Ovviamente, sulla scena, non potevano mancare i dolci costituiti dai moscardini, i confetti verdi ed il rosolio. Terminata la performance il gruppo, rigorosamente in fila indiana, è entrato nella casa della promessa sposa e nell'attigua Chiesa della Catena, risalente al 1200-1300, visionando l'arredamento dell'epoca e le opere del Gagini e dello Zoppo di Gangi.
Ed ecco che finalmente arriva il momento di assaggiare uno dei piatti più tipici del borgo di Gangi: " 'a pasta ccu màccu " (pasta col macco di fave e finocchetto). La pasta era stata cotta perfettamente al dente, poco condita ma non per questo meno gustosa e con un profumo di finocchetto perfettamente dosato. Subito dopo il gruppo ha incrociato una massaia intenta a preparare la pasta fresca con acqua e farina: i "tagliarìni" prendevano magicamente forma dalle sue mani, sfidando ulteriormente gli appetiti del pubblico!
Dopo i cibi solidi ci vuole anche qualche liquido, ed infatti l'offerta di acqua e vino, replicata in altri punti strategici del percorso, ha risolto il problema. in questo caso, accanto ai bicchieri ed alle brocche, figuravano delle piccole botti da cui il vino veniva folkloristicamente spillato. Personalmente avrei fatto la stessa cosa con l'acqua, onde evitare l'uso delle troppo moderne bottiglie di acqua minerale in plastica.
Alla tappa n.7, siamo finalmente approdati in uno dei momenti gastronomici di cucina più povera, ma anche più gustosa: le "pitànze" erano costituite da interiora di agnello o da fegato in agrodolce, accompagnate da peperoni arrostiti in insalata ed una particolarissima caponata. Inutile esaltarne le caratteristiche organolettiche, per me è forse stato il momento degustativo migliore di tutto il tour.
Appena entrato nella piccola piazzetta il mio olfatto ha subito notato un inconfondibile profumo di casa, veicolato dalla buona salsa di pomodoro, del tutto uguale a quella che faceva la mia mamma. I "maccarrùna ccu sùcu, ‘a càrni ‘a sùcu con uova e patate" (i maccheroni col sugo, la carne col sugo e le uova e patate) rappresentavano " ‘u manciàri da’ fèsta " cioè i piatti della festa, quelli più ricchi che in tanti non potevano permettersi tutti i giorni. Un giorno di festa, però, non potrebbe definirsi tale senza un po' di musica, infatti, era presente anche un complessino che ha allietato i visitatori durante il consumo delle opulente pietanze dell'epoca.
Per l'occasione sono state riaperte o ricostruite le antiche botteghe del corso, quella di abbigliamento, dei tamburi, delle ricamatrici ed altre, una buona occasione per visitare anche la casa adibita all'esposizione del corredo da sposa, tutto in una così fedele e pervasiva ricostruzione che riusciva difficile pensare di essere nel 2012. Proprio sul Corso, tra le botteghe dell'epoca, ho notato la Pasticceria Mantegna, che con i suoi arredi e il sapore dei suoi dolci, sembrava fosse rimasta ferma agli anni '50. In essa si prepara un'ottima "Cùcchia", dolce tipico gangitano costituito da un rotolo di pasta frolla che racchiude un ripieno a base di uvetta, mandorle e fichi secchi, concettualmente simile al classico "buccellato" palermitano.
Dopo tanto cibo, il tour richiedeva una dolce chiusura, in questo caso facile da realizzare grazie ai biscotti locali, un profumato bianco mangiare ed al tradizionale rosolio, per l'occasione presentato in due versioni: millefiori ed alla fragola.
Tappa 11, Piazza del Popolo: musica in piazza Dopo circa un ora e mezza, a pochi metri dalla Matrice, degli artisti locali di musica etno-popolare hanno intrattenuto i visitatori, reduci da uno dei tour appiedati più belli e gustosi del mondo. Avrei però gradito una maggiore lentezza di percorrenza, ma mi rendo conto delle numerose prenotazioni pervenute che hanno costretto tutti a correre un po' più del previsto. Tappa 12, Piazzetta Zoppo di Gangi: stand prodotti Alcuni dei prodotti assaggiati durante il tour erano acquistabili presso gli appositi stand del Biscottificio Patti, del Panificio Di Gregorio,del Panificio Pandor e degli Antichi Sapori delle Madonie, tutte aziende che hanno partecipato alla manifestazione a vario titolo.
Complessivamente, le aziende del territorio coinvolte nella parte enogastronomica erano parecchie, oltre a quelle già citate, qui di seguito ecco un riepilogo con una suddivisione per tipologia di partecipazione. I formaggi Provola delle Madonie: Az. Agr. Vincenzo Barreca - Geraci Siculo, Az. Agr. Carmelo Duca - Geraci Siculo, Az.Agr. Roberto Pane - Nicosia. Pasta cu maccu Fave: Az. Agr. Antonella Blando - Gangi. Pitànzi Prodotti ortofrutticoli: Az. Agr. Dongarrà - Gangi. 'U manciàri da’ fèsta Carne: Az. Agr. Santo Mocciaro - Sperlinga. Il precedente elenco, oltre a dare una preziosa indicazione su quali aziende andare a trovare recandosi in visita a Gangi e nei suoi pressi, da l'idea della dimensione del coinvolgimento del paese e del territorio circostante. Il punto focale, cosa straordinaria, è che gli abitanti ed i volontari delle associazioni gangitane hanno intrattenuto e sorpreso i visitatori semplicemente rappresentando se stessi, le loro usanze e lo loro tradizioni.
Poco si può suggerire ad una manifestazione così piacevole ed interessante, sicuramente un'estensione della durata, magari spalmandola in più giorni o iniziando qualche ora prima, una maggiore lentezza di percorrenza del tragitto, un collegamento con i tour operator, in modo da aumentare la fruizione da parte degli stranieri, ma soprattutto un aumento del ticket d'ingresso, assolutamente da portare dagli attuali 3 ad almeno 5 euro, magari dfferenziandolo tra turisti in visita ed autoctoni residenti.
Andando verso Gangi, però, non si può fare a meno di effettuare un puntatina anche in un altro importante centro madonita: Petralia Sottana. Da vecchio frequentatore dei luoghi, non potevo fare a meno di ritornare in posti che non vedevo più ormai da circa 8 anni. Anche qui l'ottima accoglienza madonita mi ha aiutato a conoscere Giuseppe Rusignuolo, recentemente impegnantosi nel ripristino del magico Albergo Madonie, costruito nel 1912 e situato sul centralissimo Corso Agliata. Giuseppe sta tentando di ristrutturare, poco alla volta, lo storico albergo rimasto chiuso per anni, cominciando però dall'annessa... pizzeria. Antheus è il nome che si legge all'ingresso della pizzeria, mentre invece all'interno vige la regola della qualità, non per nulla si utilizzano i formaggi e le mozzarelle di Grazia Invidiata di Collesano, ed i salumi del compaesano Carmelo Paraula di Madonnuzza, frazione alle porte di Petralia, due mie vecchie conoscenze del buon agroalimentare siciliano; invece il ristorante, con cucina prettamente casalinga, attualmente apre solo su prenotazione e per gruppi. Purtroppo, per mancanza di tempo, da Giuseppe non sono riuscito ad assaggiare nulla se non un'ottimo olio biologico Kibò, una ATTENZIONE: l'attività di recensione è svolta a titolo completamente gratuito, la selezione delle aziende da recensire è effettuata tramite personale scoperta o anche su segnalazione di terzi e si pone l'obiettivo di far risaltare e promuovere coloro che si impegnano più di altri nell'offrire un prodotto alimentare genuino e/o salutare. Per salvaguardare questa indipendenza puoi contribuire seguendomi sui social o tramite Paypal. Valutazione CucinArtusi.it in "artusini":Schede e indirizzi utili:Tags:Tags: |