Indossati cuffia, camice e copriscarpe in plastica usa e getta, sono entrato nel reparto di accettazione, pulitura e toelettatura del pesce, prima fase della lavorazione che consiste del rendere il pesce accettabile dal prossimo anello della catena produttiva. In verità, la vera prima fase consiste nelle analisi di laboratorio che vengono condotte su tutte le materie prime in entrata nello stabilimento. Tra le numerose analisi spicca quella sulla quantità di mercurio, infatti, la carne di tonno e pesce spada accumula facilmente tale sostanza, nociva per la salute umana e proibita dalla legge. Infine, visivamente, vengono ricercati i vari parassiti che possono infestare il pesce crudo, primo fra tutti il famigerato anisakis, limitatamente al pesce fresco in quanto, il congelato, risulta essere sanificato dalle larve grazie all'abbassamento della temperatura cui è stato sottoposto. Unico fresco lavorato in azienda è il salmone ed alcune tipologie di trote locali, oggetto di esperimenti di trasformazione. In seguito ad un progetto di promozione dell'acquacoltura del Dipartimento Pesca dell'Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari di Sicilia, Altamarea ha realizzato alcuni test di trasformazione con trote, cresciute in acque salmastre, e con persico-spigola, provenienti da allevamenti del nord Italia ma finissati (ingrassati) in Sicilia, nella zona di Pozzallo. Gli obiettivi finali sono di realizzare un ciclo produttivo, dalla nascita al finissaggio, completamente siciliano e di utilizzare, rivalorizzandole, le pregiate carni della "trota macrostigma", presente nei fiumi siciliani, ma poco diffusa poichè a rischio di estinzione. Il pesce, finalmente, dopo aver superato una serie di minuziosi controlli e ridotto in tranci, passa al reparto di salatura e affumicatura, due fasi delicatissime della vita del prodotto, sia per la conservazione del pesce che per il risultato organolettico finale. Purtroppo, spesso, molte aziende tendono ad aumentare sale e tempi di salatura con lo scopo di poter stoccare il prodotto per un tempo maggiore, ciò consente una migliore gestione della produzione e degli ordini dei clienti, ma con un'evidente controindicazione: il gusto ne viene irremediabilmente compromesso. In Altamarea, una delle analisi del pesce, consiste nel determinare il rapporto tra acqua e sale delle carni, al fine di ottimizzare al massimo la conservazione salvaguardando il gusto. L'affumicatura, che ha il principale scopo di insaporire e il secondario di proteggere, viene eseguita con appositi trucioli provenienti dalle foreste della Germania, particolarmente pregiati e a ridotto contenuto di catrame, altro pericolo che spesso si può riscontrare nel caso di aziende affumicatrici improvvisate o con pochi scrupoli.
Infine, ultima fase, arriva il momento dell'affettatura, imbustamento, pesatura e stoccaggio che chiude così il ciclo produttivo. Altamarea predilige la conservazione in sottovuoto, ma una delle attrezzature è stata predisposta per la conservazione con mix di gas inerti, come per esempio l'azoto, meglio conosciuta come atmosfera inerte. Con una produzione potenziale di circa 5 tonnellate di prodotto finito alla settimana, Altamarea attualmente di attesta a più di 100 tonnellate annue, vantando clienti e marchi di rilievo nazionale come Esselunga, Il Gigante e Sma, ma soprattutto Coop, che attualmente vende addirittura il prodotto con il proprio marchio, segno di grande fiducia nell'azienda fornitrice e sicurezza alimentare grazie al severo capitolato di riferimento. Finalmente è arrivato il momento di assaggiare, ho infatti ricevuto una campionatura di affettati, attualmente in produzione, e un'altra, non ancora in commercio, di vasetti con creme, patè e tonno sott'olio. Per riutilizzare lo sfrido e i vari ritagli, rimanenti dalla lavorazione dei tranci, quale modo migliore se non produrre creme e patè? Diverso il discorso per il tonno, anch'esso in vasetto, che si è mostrato sodo e di ottima qualità. Le creme ed il tonno sono prodotte da altre due aziende presenti nel territorio, ma con le materie prime di Altamarea, a garanzia della filiera e dei controlli da essa effettuati. Degustazione affettati Altamarea produce affumicati di tonno, pesce spada, marlin, salmone e cernia, di questi ho avuto solo campioni di spada e tonno.
Degustazione creme e patè I vasetti in degustazione, non ancora in commercio, erano tutti perfettamente anonimi, senza etichette e ingredienti, persino Calogero Sardo ha avuto difficoltà a distinguerli, quindi, mi sono dovuto cimentare anche nell'identificazione del contenuto.
Il patè in questione, essendo a grana più grossa rispetto alla crema, si è prestato meglio all'uso con lo spaghetto o con altra pasta, io l'ho preferito di gran lunga alle creme, dipendesse da me farei tutto con questa grana che, essendo più rustica, consente un effetto più verace.
Finalmente, eccolo, il mio preferito, in tranci, del tutto simile a quello che preparava mia madre tantissimi anni fa, gustoso e soprattutto sodo, infatti, la facilità di rompersi sotto lo sforzo di un grissino, immagine diffusa da una campagna pubblicitaria di un tonno in scatola di nota marca, non è per niente una caratteristica positiva, anzi, indica una pessima qualità. Posso garantire che, per tirarlo fuori dal vasetto, ho faticato non poco a causa della sua compattezza. Il tonno è prodotto da un'azienda artigiana della zona, con esperienza centenaria in materia di conservazione del pesce, per conto di AltaMarea.
Sui barattoli, posso riepilogare solo vantando la buona qualità complessiva ed esprimendo le mie valutazioni personali già accennate singolarmente in precedenza. Ho notato come, al mio palato, siano più piacevoli quei mix dove il tonno non primeggi e che abbia una grana un pò più grossa, infine ben venga l'accoppiamento con gli agrumi ma solo come alternativa al prodotto in versione naturale. Non sono riuscito a identificare bene gli oli di conservazione, ma almeno per una volta mi è sembrato di sentire dell'olio di oliva o, comunque, un misto con olio di semi.
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