Lo scorso Venerdì 12 Aprile 2013, si è tenuto il terzo appuntamento del ciclo di incontri afferenti il progetto DECA-LOGOS, dal titolo ”Alla ricerca del Santo Grano: sentieri contadini e benessere alimentare” . Moderato sempre dalla giornalista Marianna La Barbera, hanno introdotto l’argomento gli architetti Antonella Italia, Presidente ITIMED, e l’architetto Pensovecchio che hanno messo in evidenza gli aspetti interdisciplinari legati al turismo non di facciata ma di scoperta, che valuta gli aspetti antropologici insieme a quelli storici e monumentali legati a percorsi che stimolino la conoscenza del territorio reale e non quella superficialmente interessata ad un breve passaggio, ma ad una conoscenza più attenta delle risorse e delle potenzialità del territorio. Questa volta si è affrontato un tema che rappresenta indubbiamente la storia del nostro territorio, storia di un popolo e di una cultura che sono il vero racconto della Sicilia e del suo retaggio antropologico, il percorso di generazioni di uomini che da sempre hanno le mani tese verso la terra che lavorano e, contemporaneamente, il viso rivolto verso il cielo come a pregare che questi elementi della natura, terra e cielo, fecondino insieme il seme che spargono tra le zolle nude. Una terra solcata con speranza e fatica, oggi come in passato, in un continum temporale che si rinnova ogni anno dalla notte dei tempi perché alla semina segua un raccolto e all’inverno quella primavera che vede imbiondire il grano portandolo maturo fino all’estate. Se già agli incontri precedenti la risposta del pubblico era stata immediata e calorosa, questa volta si è raggiunto un crescendo che ha davvero coinvolto la platea in un dibattito dai toni accesi, con interventi dal pubblico che hanno evidenziando una necessità di conoscere la profonda realtà dei fatti verso il tema affrontato, che si è evoluto grazie alla capacità dei relatori di interloquire con la platea confrontandosi seriamente con quest’ultima. Descriviamo di seguito come sono riusciti a trattenere vivo l’interesse i relatori chiamati per questo appuntamento: Pietro Columba, Prof. Ordinario della Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, il Dott. Pino Disclafani medico rappresentante dell’agenzia per la valorizzazione della dieta mediterranea, Giuseppe D’Angelo imprenditore del grano duro, Nicolò Cisarò storico enogastronomo dell’Associazione di enogastronomia Chaine Des Rotisseurs.
Ma è stato il voluto e mirato richiamo ad una identità culturale legata alla tradizione contadina ed alla vocazione agricola, che ha preso l’attenzione per tutta la serata. Un’identità che distingue la storia dell’isola e che è la nostra eredità, un’eredità messa in serio pericolo da una catena di eventi e strategie di mercato deliberatamente messe in atto ad opera di interessi di proporzioni inimmaginabili, sostenuti da politiche economiche cieche al servizio del solo mero introito monetario a discapito di tutto e di tutti, a solo favore delle multinazionali che in accordo con i governi rendono gli imprenditori del grano duro proprietari delle loro aziende ma intendono togliere loro la capacità di gestire, amministrare, scegliere mezzi e soluzioni migliori per tutelare e salvare le proprie aziende, ma non soltanto, preservare il patrimonio del territorio per dare futuro e sviluppo alle generazioni che verranno.
Questo il sunto dell’intervento di Giuseppe D’Angelo, - impegnato da anni con altri agricoltori in una battaglia contro la disinformazione dal un lato e dell’altro contro le politiche economiche scorrette di questi ultimi decenni-, che ha anche posto alcune domande alla platea per capire cosa in realtà questa conoscesse sulla qualità dei prodotti che generalmente si consumano sulle nostre tavole e fornendo dati sul come e sul quanto siamo vittime negli acquisiti a causa di una ignoranza indotta da una pubblicità ingannevole, che pilota la massa critica a discapito della qualità e quindi a danno della salute e a danno dell’economia di scala dei singoli territori.
Alla fine è toccato concludere alla sottoscritta -non proprio in maniera felice-, che alla domanda della moderatrice sulla tutela e sul marketing territoriale riferito all’argomento risponde con toni aimè veritieri: quale tutela?! Di cosa stiamo parlando?! In Sicilia vi sono tante tutele, tanti soggetti che tutelano qualcosa e fanno azioni in merito ma alla fine la vera tutela parte solo da una seria e attenta programmazione condivisa a tutti i livelli, istituzioni, privati, aziende, enti con un’opera coordinata e organizzata che riconduca tutte le tutele in una unica; solo allora si può fare vera tutela, mentre, la realtà dei fatti è che oggi siamo frammentati anche in questo, realizzando solo il poco possibile invece del massimo ottenibile! A conclusione della serata la cantina Ferreri di Santa Ninfa ha offerto alcune delle sue etichette migliori, che sono state degustate dagli ospiti che hanno potuto apprezzare una delle piccole eccellenze che si distinguono sul nostro territorio.
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