Era il 1972 quando Antonino Militello, allora giovane geometra originario di Vicari (PA), iniziò a lavorare negli uffici della S.A.M., Società Avicola Mediterranea, un'importante realtà del settore dell'allevamento nata vicino il suo paese natale che all'epoca contava ben 300.000 galline di razza Livornese, trasferendosi presto nel magazzino di Via Montepellegrino a Palermo, presso il quale per diversi anni si è occupato della vendita al dettaglio e all'ingrosso delle uova. Nel 1982, dopo soli 10 anni, la S.A.M. dovette chiudere l'attività, costringendo il nostro Militello a rimboccarsi le maniche e a mettere a frutto l'esperienza conseguita presso quella grande azienda, è stato così che da impiegato egli è diventato imprenditore avicolo con un piccolo stabilimento da 7.000 galline, all'epoca allevate in gabbia, situato alla periferia di Palermo in zona Pagliarelli. Antonino è particolarmente orgoglioso del lavoro da lui compiuto negli ultimi 35 anni, grazie al numero ridotto di galline è riuscito a controllare la qualità del prodotto, ma soprattutto per l'importante svolta compiuta tre anni fa, quando nell'ambito di una ristrutturazione aziendale ha convertito il proprio impianto da gabbie in allevamento a terra, con la conseguente riduzione del numero dei capi a 3.500, impiegando varie razze come ad esempio la Warren Brown. Paradossalmente per Militello, l'ostacolo più importante non è stato quello della riduzione degli introiti dovuto alla minore produzione, calo di circa il 2-3% comunque da lui preventivamente messo in conto, quanto invece il dover abituare i propri clienti a non entrare più all'interno dell'allevamento, consolidata usanza grazie alla quale ognuno poteva raccogliere le proprie uova. Invece adesso, in seguito alle nuove tecnologie adottate nel nuovo ambiente, ma anche alle nuove regole del settore, l'impianto è incompatibile con il contatto diretto uomo-animale, a tutto beneficio della salubrità di entrambi, così viene infatti eliminato qualsiasi pericolo di zoonosi, cioè quella capacità che possiedono alcuni microorganismi infettivi di trasferirsi da ospite umano ad animale e viceversa, come nel classico caso costituito dalla cosiddetta influenza aviaria. Nel nuovo impianto il ciclo della deposizione delle uova è totalmente automatizzato, come anche tutti i servizi necessari al sostentamento degli animali e sanificazione dell'ambiente, ma rimane comunque a vista, in modo che i clienti e perchè no anche i bambini, possano vedere i veri "produttori" delle uova.
Le uova vendute da Militello sono sempre appena deposte, infatti egli consiglia di consumarle entro 15 giorni dall'acquisto al fine di poter apprezzarne al meglio le loro qualità organolettiche e la loro struttura, anche se le leggi vigenti consentono una data di scadenza di ben 28 giorni. Il prodotto acquistato presso la grande distribuzione e quindi proveniente da allevamenti particolarmente estesi o addirittura intensivi, è quasi sempre internamente destrutturato e dal sapore non proprio esaltante, inoltre per le scarse caratteristiche fisiche del guscio è raccomandata la sua conservazione in frigorifero, a differenza dell'uovo "artigianale" che invece si conserva benissimo a temperatura ambiente, tuttavia non è consigliabile rifornirsi presso piccoli allevamenti casalinghi, spesso disponibili in provincia, poichè essi non rientrano in nessuno dei controlli ufficiali previsti dalle leggi attuali, soluzione sconsigliabile per la pericolosità microbiologica ben nota del prodotto in questione. Le ferree regole che invece Militello deve osservare sono quasi maniacali, i piani di controllo di legge prevedono esami microbiologici periodici su uova, mangimi, acque, feci, in autocontrollo e spesso anche a sorpresa da parte dell'Azienda Sanitaria di competenza nel territorio, insieme a NAS, Gruppo Antifrode della Polizia Municipale e altri organi di controllo, come d'altronde aviaria ci ha insegnato, con le galline e le loro uova non si può scherzare!
Oggi presso "La Gallinella", Antonino Militello è collaborato dal cognato Antonio Riina, tuttavia per una prosecuzione dell'attività confida solo nei nipoti, ancora piccoli, quindi speriamo che i giovani di oggi si appassionino almeno quanto i padri e i nonni di ieri, sarebbe un vero peccato se Palermo perdesse questo avamposto ovicolo di qualità.
Ricotta, primo sale con pepe nero o peperoncino, semi stagionato e stagionato, ma soprattutto un introvabile "cannistrato" di circa 6 - 8 mesi, tutto prodotto con latte rigorosamente crudo, perchè la passione dei Pravatà, oggi con i figli di Peppuccio siamo arrivati alla terza generazione di allevatori e produttori di formaggio, è iniziata con nonno Marco. Quindi, i formaggi dell'Azienda Agricola Marco Pravatà trovano casa insieme alle uova fresche di Militello, cosa manca? Solo il pane, e invece chi arriverà di buon mattina nella giornata di Sabato, potrà trovare anche quello!
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